Recuperato un nuovo tesoro dei nazisti. Le opere erano state tenute in uno squallido e anonimo appartamento di Monaco di Baviera e i capolavori erano firmati da artisti quali Picasso, Renoir, Henri Matisse e Marc Chagall. Come sono state ottenute dai nazisti? Sono state prese dagli ebrei che potevano in tal modo ottenere la salvezza dalle persecuzioni o ottenute con sequestri e saccheggi in tutto il continente europeo.
Tra i dipinti trovati spicca il ritratto di una donna, realizzato dal maestro francese Matisse, che apparteneva alla collezione di Paul Rosenberg, che ha dovuto lasciare la sua collezione prima della sua fuga da Parigi nel 1940. Il quadro ritornerà probabilmente in possesso della sua famiglia; precisamente nelle mani di sua nipote Anne Sinclair, moglie di Dominique Strauss-Kahn.
Il proprietario, ovvero l’acquirente delle opere sequestrate dai nazisti, era Hildebrandt Gurlitt. Famoso critico d’arte moderna, era stato inizialmente osteggiato dai nazisti anche per via di una nonna di origine ebraica. Riabilitato, era stato incaricato da Goebbels di monetizzare il valore delle opere qui sopra citate; in cambio sarebbe diventato il direttore del grande museo che Hitler voleva realizzare nella sua amata Linz, in Austria.
Al termine della seconda guerra mondiale, aveva affermato però di aver assistito alla distruzione dei quadri a seguito di bombardamenti durante la seconda guerra mondiale. Sembrava che la storia si fosse conclusa così sino al 2010 quando, durante un controllo effettuato alla dogana su un treno per la Svizzera, l’unico figlio superstite del gallerista qui sopra citato venne fermato con 9 mila euro in contanti e con delle buste vuote.
Un’attenta indagine ha portato alla luce una strana situazione. L’erede del gallerista non aveva durante la sua vita versato alcuna tassa e, come affermato da un funzionario, appariva come «un uomo che non esiste». Questi elementi hanno poi portato le autorità al ritrovamento dei quadri.
In questa storia risale alla ribalta anche un altro elemento, ovvero l’«odio-amore» dei nazisti verso quelle opere che ufficialmente erano disprezzate ma che riempivano le case di quegli stessi gerarchi che cercavano di convincere il popolo in tal senso. Il regime, prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, aveva persino realizzato una mostra che mostrava «L’arte degenerata» e valorizzava quanto realizzato da artisti che puntavano alla glorificazione del «superuomo» tedesco.