La Cancellieri si deve dimettere. “Secondo me sì, avrebbe dovuto interpretare la vicenda con molta più cautela, non va bene rivendicare con orgoglio una vicenda imbarazzante, a meno che il ministro non intervenga in tutti i casi di segnalazione. Il governo ci chiederà di salvarlo ma sono molto scettico e critico. Forse se il ministro avesse usato parole diverse avremmo maturato un giudizio differente” È quanto dichiarato dal candidato alla segreteria del PD Giuseppe Civati a proposito della telefonata della ministra Cancellieri per la scarcerazione di Giulia Ligresti.
La ministra avrebbe sollecitato i due vice-capi del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Francesco Cascini e Luigi Pagano perché facessero quanto di loro stretta competenza per la tutela della salute dei carcerati. La telefonata sarebbe stata richiesta dalla compagna di Salvatore Ligresti affinchè la figlia Giulia venisse scarcerata per le precarie condizioni di salute .Secondo alcune fonti soffriva di anoressia. La telefonata è emersa dall’inchiesta di Torino sul caso Fonsai.
Dopo questa mobilitazione di Annamaria Cancellieri per una detenuta in particolare, le reazioni non sono mancate. Il PDL la difende sostenendo addirittura un paragone tra questa telefonata e quella di Berlusconi per Ruby, il PD è diviso tra chi, come Cuperlo, sostiene di aspettare di ascoltare la ministra martedì quando riferirà prima al Senato poi alla Camera, e chi, come appunto Civati, ne chiede le dimissioni immediate.
La Guardasigilli si difende sostenendo che non è la prima volta che si prodiga per detenuti, anche non illustri e nemmeno amici di famiglia, in difficoltà e che quindi è a posto con la sua coscienza e non vede motivi per cui dovrebbe lasciare il suo posto. Citando la Costituzione e richiamando il diritto anche dei ministri “all’umanità”.
A testimonianza, ancora una volta, che il sistema, in Italia, si regge su amicizie e conoscenze. Non risulta che ad altri detenuti sia concessa la stessa possibilità di scomodare un ministro per la propria posizione. Anche perchè la percentuale di carcerati che hanno il numero del ministro nella propria agendina deve essere veramente ridotto….
Un ministro si dovrebbe preoccupare della situazione carceraria in generale, delle condizioni di tutti i detenuti e mai di casi singoli. Le condizioni delle carceri italiane sono state più volte bollate come indecenti e inaccettabili e non si capisce il motivo per cui si debba prestare questa attenzione ad un singolo caso. Se non l’amicizia e la conoscenza.
Tutti i carcerati sono uguali, ma alcuni sono più uguali di altri. Con buona pace di Orwell.