È raro che il Presidente della Repubblica giunga nel capoluogo pugliese, sebbene la sua storia personale sia legata a questa città. Il fratello, Massimo Napolitano, a Bari è stato uno degli architetti più in vista, con progetti importanti per edifici, scuole e fabbriche.
Anche stavolta l’occasione è stata una cerimonia, per l’intitolazione dell’edificio dell’ex-Enel disegnato dal fratello e restaurato dall’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, seguita da un convegno su Mezzogiorno e cultura.
In un clima “caldo” come quello del Sud d’Italia, dove il tasso di disoccupazione raggiunge punte del 51% per le donne, era inevitabile per Napolitano aspettarsi qualche forma di protesta, che il Presidente ha però ignorato, lasciando senza risposta le domande e le richieste esplicite di alcuni studenti dell’ateneo barese e dei ragazzi che protestavano sul tetto dell’edificio della facoltà di Giurisprudenza.
“Presidente vogliamo lavorare a Bari“, è l’appello che gli ha rivolto uno studente barese e che è stato riportato da tutti i giornali. La risposta sembra sibillina: “E’ il minimo indispensabile come aspirazione“. Cosa significa? Continuate a sperarci e a crederci perché il governo sta lavorando in questo senso? Sono belle aspirazioni, ma si potrebbe puntare più in alto? Mi dispiace per voi ragazzi, ma non sappiamo davvero che pesci prendere? Sembrano quasi rassegnate ad una realtà che non si può cambiare le parole di Giorgio Napolitano.
Ai giovani, che hanno bisogno di risposte sul proprio futuro, più che mai in un meridione che non solo rende difficile, ma addirittura ostacola e scoraggia nella ricerca di lavoro, forse il Presidente della Repubblica avrebbe dovuto dedicare qualche parola in più.
L’intervento al convegno su Mezzogiorno e cultura presso l’ateneo barese certamente conferma la grande attenzione di Napolitano verso temi chiave anche per lo sviluppo economico del Paese, che non può prescindere da una valorizzazione delle proprie risorse culturali per riavviarsi verso la crescita. “Il Sud deve recuperare un ruolo, che sta perdendo, nello sviluppo generale del Paese e una delle leve per recuperare questo ruolo è la valorizzazione delle sue risorse e potenzialità culturali. Credo che le università siano in qualche misura lo strumento principe“, ha sottolineato il Capo dello Stato.
Restano inascoltate invece le proteste dei ragazzi del sindacato studentesco Link, che hanno esposto uno striscione che chiedeva “Più diritto allo studio e meno F35“.
“Napolitano responsabile del governo della crisi“, “Sì al finanziamento dei centri anti violenza per l’autodeterminazione delle donne” sono stati gli slogan dei volantini che un gruppo di contestatori ha lanciato sul corteo presidenziale diretto all’Ateneo. Ignorate le contestazioni, Napolitano si è fermato davanti alle transenne per salutare chi era arrivato ad attenderlo ringraziandolo per il lavoro che svolge.