Sembra una storia tratta da Rocky, uno dei film cult degli anni ottanta ma soprattutto la pellicola più famosa al mondo per quanto riguarda la boxe. Il ruolo interpretato da Stallone è quello di un pugile sconosciuto che però nella vita è artefice delle spedizioni punitive per conto di Tony Gasco noto boss di Philadelphia, furbo ad approfittarsi del giovane Balboa per pochi dollari. Se questa però è una sceneggiatura studiata ed un grande film quello che è successo a Roma è cruda realtà. Il Rocky capitolino è Orial Kolaj , pugile arrestato ed affatto sconosciuto.
E’ un pugile albanese naturalizzato italiano campione europeo nei mediomassimi ma picchiatore per eccellenza per conto della malavita. Faceva parte di una squadra punitiva per conto dei Casalesi chiamata “i pugilatori”. Ad Acilia infatti si erano assicurati il monopolio delle macchinette videopoker con Kolaj importante membro del clan. Come spesso accade in questi tempi a tradire il pugile è stata una telefonata. Un campione sul ring, un tifoso di calcio (ha sempre dichiarato di andare in Curva Nord all’Olimpico di Roma) ma un uomo che ha sbagliato.
Doveva, poteva accontentarsi di aver raggiunto importanti traguardi nello sport. Doveva e poteva accontentarsi di essere una persona perbene, ma invece ha deciso di prendere un’altra via, una via che l’ha portato all’arresto. In una carriera non sempre riesci a decidere il tuo futuro, bisogna avere anche un po’ di fortuna. Orial aveva ottenuto quasi tutto nella boxe, la sua carriera nello sport gli aveva sorriso. Nella vita però ha deciso di prendere un altro percorso e qui non c’è fortuna o altro, qui sei tu a decidere che strada prendere. Ora la sua vita cambierà, la sua reputazione sul ring crollerà, la speranza però è che l’Orial Kolaj uomo riesca ad evitare in tempo il ko più doloroso della sua vita.
FOTO SPORTNOTE.COM