Qual è il peso economico del cancro in Europa? È questa la domanda che alcuni ricercatori dell’Università di Oxford, si sono posti e a cui hanno tentato, per la prima volta, di dare una risposta. Hanno valutato i dati del 2009 relativi a tutti e 27 i paesi dell’Unione Europea.
Pubblicato dalla rivista Lancet Oncology, questo lavoro ha considerato per tutti i paesi dell’UE, non solo la spesa sanitaria dovuta alla malattia, ma anche i costi sociali, dovuti alla perdita di produttività dei pazienti e alle spese sostenute dalle famiglie. “Quindi è stata necessaria non solo una valutazione dei costi relativi al sistema sanitario, ma anche una valutazione sui guadagni persi che sono legati all’impossibilità di lavorare (invalidità o morte prematura) e alle cure fornite gratuitamente ai pazienti durante tutta la loro malattia”, spiegano gli autori in un articolo pubblicato sulla rivista “The Lancet”.
Lo studio britannico rivela che, dei 126 miliardi, solo il 36% della spesa globale riguarda la cura (farmaci, ricoveri, interventi,pagamento medici), mentre il 44% serve a coprire la perdita di “produttività” del malato e il 20% quella dei familiari. I risultati hanno mostrato anche una disparità territoriale, poiché i paesi ricchi come la Germania, ad esempio, hanno una spesa annua per paziente molto più elevata di quelli meno sviluppati, come Bulgaria e Lituania. Riguardo alla spese sanitarie del cancro, il costo ripartito sul singolo abitante è di 120 euro in media a persona, più basso è risultato, con 32 euro l’anno a testa quello della Lituania, mentre il più alto si registra in Germania, 165 euro. Le spese legate al cancro sono maggiori negli Usa, sottolinea lo studio, con un totale di 157 miliardi di euro (202 miliardi di dollari) durante il 2008.
Nonostante la cifra eccessiva, la spesa dovuta al cancro annualmente si classificherebbe comunque solamente al terzo posto tra le malattie dal maggiore impatto economico, superata da quella delle patologie cardiache e delle demenze. Per le malattie cardiovascolari, i disturbi legati alla pressione alta e gli infarti, la spesa totale si aggira infatti intorno ai 169 miliardi di euro annui, mentre quella per la demenza raggiunge in 15 paesi in cui è stata monitorata, i 189 miliardi.
“Uno degli obiettivi di questa ricerca – dice Luengo-Fernandez – è di consentire raffronti tra i vari costi delle malattie, e di mettere quindi le autorità in condizione di distribuire meglio gli scarsi fondi pubblici disponibili per la ricerca e contro quali tumori potenziare la prevenzione. Utilizzarli nei settori in cui è possibile avere i ritorni maggiori in termini di risparmio sui costi sociali””.
I dati provengono da diverse fonti, tra cui l’OMS, l’OCSE e i ministeri nazionali della salute e sono risultati di alcune indagini, che sono state presentate al congresso della Società Europea di Oncologia Medica a Vienna, l’appuntamento annuale più importante per gli specialisti, che si occupano di tumori.
Peter Boyle, presidente del centro internazionale di ricerca sul cancro di Lione, si è ritenuto molto soddisfatto per questi dati ottenuti e si è molto speso per i familiari ed amici dei pazienti che possono essi stessi diventare dei malati, ma non riconosciuti, chiamati i caregivers. In circa un migliaio persone, che si prendono cura del malato, si è constatato il 50% in più di casi di depressione, ansia, insonnia, emicrania e patologie gastrointestinali. Tra le persone che hanno curato i malati di cancro è stato riscontrato un peggioramento delle condizioni si salute. Questi soggetti sono portati dalla situazione stessa ad aumentare le assenze dal lavoro e la loro qualità di vita è inevitabilmente compromessa. Fornire assistenza ai malati comporta, quindi, un grande impegno, sia fisico che mentale ed è quindi fondamentale considerare di fare qualcosa per ridurre al minimo il peso di tutto questo, valutando anche il fatto che la popolazione sta notevolmente invecchiando e che i casi di cancro sono in aumento.
“Una ricerca di questo tipo focalizzata sull’Italia è uno degli obbiettivi che si è data l’Associazione Italiana dei medici oncologi (Aiom) – ha detto il presidente Stefano Cascino – Abbiamo l’urgenza di sapere il costo sanitario medio della cura dei tumori nel nostro Paese, che è il primo passo per eliminare le disparità di spesa che ancora ci sono tra Regione e Regione”.
In un periodo di crisi economica, come questo che stiamo vivendo, diventa fondamentale pianificare investimenti pubblici stabilendo i costi dovuti alle diverse malattie, mettendo sempre in primo piano la figura del malato, il diritto alle cure adeguate e il rispetto per l’essere umano in se stesso.