Un leggero mal di testa può preannunciare una rarissima malattia incurabile, i sintomi dell’influenza potrebbero far presagire un’apocalittica e sconosciuta patologia ancora non scoperta né studiata dai più famosi scienziati del pianeta.
Ironizzare su chi si “sente” ipocondriaco è assai facile, sopratutto nell’era in cui, digitando il proprio malessere sui diversi motori di ricerca on line, diviene facile si curarsi in maniera autonoma, ma diventa altrettanto facile anche spaventarsi per quanto si legge e che non si ha gli strumenti per interpretare.
L’ipocondria è la preoccupazione costante che riguarda le proprie funzioni vitali, una piccola alterazione del normale andamento quotidiano del fisico suscita apprensione, il semplice battito cardiaco un po’ più accelerato può far emergere questo grave disturbo psicologico.
La maggior parte dei soggetti con disturbi ipocondriaci possono allarmarsi se leggono o sentono parlare di una malattia, se vengono a sapere che qualcuno si è ammalato, o addirittura attraverso una percezione non obiettiva delle osservazioni, delle sensazioni o degli eventi che riguardano il loro corpo.
La preoccupazione riguardante le malattie temute spesso si trasforma per l’individuo in un elemento centrale dell’immagine di sé, un argomento abituale di conversazione ed un modo di rispondere agli stress della vita. Semplicemente riversano su di sé le paure, trasponendole sul loro status di salute.
Le Malade imaginaire, costo influente all’interno dei sistemi sanitari internazionali, può essere finalmente curato.
La Cognitive-Behaviour Therapy è l’approccio che si propone di aiutare i pazienti ad individuare i pensieri ricorrenti e gli schemi disfunzionali di ragionamento e d’interpretazione della realtà, al fine di sostituirli e/o integrarli con convinzioni più funzionali.
Nello specifico questo approccio psicoterapeutico si propone di far mutare al malato affetto di “hypochondria” il proprio stato mentale e comportamentale, strettamente connesso all’insorgere delle sue malattie inesistenti. Gli studi dimostrano che la terapia CBT è riuscita a sedare e ad annullare le ansie nel doppio dei casi presi in considerazione rispetto all’assistenza standard.
Imparare a riconoscere i meccanismi che generano le malattie immaginarie è il primo passo per evitare di crearsene di nuove.