Nba 2013/14: manuale d’uso della Eastern Conference

La lunga estate calda è finita, o quasi: la notte del 29 ottobre vedrà svelata la nuova stagione Nba e la partenza non poteva che essere con il botto. Miami, detentrice del titolo, vs Chicago, due delle super potenze della Eastern Conference. Il duo della Florida Wade e James si troveranno opposta la voglia di rivincita di Derrick Rose, fermo ai box per l’intera stagione scorsa. Un antipasto prelibato per un banchetto ricco e pieno di prelibatezze.

Il nostro obiettivo non è fissare una graduatoria, ma presentare un piano completo di quali siano gli scenari all’orizzonte della nuova stagione alle porte del basket Nba, con qualche pronostico o simpatia mal celata che non possono mancare.

Sixers, Bobcats e Magic sono accomunate dall’identico destino di una stagione di transizione. Philadelphia aveva puntato molto sulle prese al draft Williams e Nerlens Noel, da molti indicato come possibile rivelazione della stagione, ma la sfortuna si è abbattuta sulla città dell’amore fraterno e il povero Noel dovrà guardare l’intera stagione in borghese causa ginocchio saltato in un match di preseason. Tempi duri attendono il nuovo coach Brett Brown, delfino di Popovich a San Antonio e reduce dall’esperienza come capo allenatore della nazionale Australiana nell’ultima Olimpiade.

I Bobcats hanno abituato il pubblico di Charlotte, poco legato alla squadra, a stagioni al di sotto del 50% di vittorie e nonostante qualche volto noto come Ben Gordon e il nuovo acquisto Al Jefferson, difficilmente riusciranno ad invertire il trend negativo che li ha visti quasi sempre nei bassifondi della classifica della Eastern Conference.

Discorso simile per gli Orlando Magic: la scorsa stagione è iniziato l’anno zero della squadra della Florida, che ha visto volar via Superman Howard destinato ad altri lidi. La dirigenza ha puntato sul modello Spurs affidando la panchina a Vaughn, costruendo un roster che punta alla rifondazione. Turkoglu, trascinatore dell’ultima cavalcata Magic alle finali Nba, è ormai a fine carriera. Il mix di giovani, Oladipo e Vucevic su tutti, e navigati lupi di mare come Afflalo, Nelson e la new entry Maxiell non basteranno per riportare subito la magia e il divertimento nella città del Walt Disney World.

Toronto,Milwaukee e Atlanta appaiono le squadre più indecifrabili dell’intera Eastern Conference. I canadesi, salutato il Mago Bargnani senza versare troppe lacrime, ripartono da Rudy Gay. L’ex Memphis è un autentico talento, ancora non esploso definitivamente e il peso di un intero popolo sulle proprie spalle, sebbene più interessato a quando accada nei ghiacciati palazzetti della NHL, potrebbe frenarne ulteriormente la crescita. Pochi gli innesti e non di primissimo piano: Hansbrough e Augustin da Indiana, Novak il “Pistolero” dai Knicks. Riflettori puntati su DeRozan e il lungo lituano Valanciunas, pivot dalle mani di velluto, indottrinato da sua Maestà Sabonis, che senza la compresenza del nostro Bargnani potrebbe diventare una certezza sotto canestro.

I Bucks hanno puntato forte sull’esperienza e coach Larry Drew si troverà a gestire un roster ricco di novità: Mayo, Butler, Knight, Delfino e Neal garantiscono una buona ossatura alla squadra, che tra i pochi rimasti, conta su Sanders attualmente il miglior stoppatore non solo della Eastern Conference ma dell’intera Nba. I playoff non sono un miraggio, ma il miscuglio di talento e carattere non sempre facilmente gestibile la rende una squadra impossibile da inquadrare.

Gli Hawks hanno perso Smith ma l’acquisto della colonna d’ebano Paul Milsapp garantisce una coppia di lunghi perfetta insieme ad Al Horford. Sebbene deboli nel parco guardie, la solidità portata da coach Budenholzer, anch’egli ex vice a San Antonio simbolo dichiarato di un modello da esportare, potrebbe garantire qualche soddisfazione ai pochissimi fedeli dell’Arena di Atlanta.

I Boston Celtics risultano la nobile decaduta della Eastern Conference e dell’intera Nba. L’infortunio di Rondo nella scorsa stagione ha costretto il gm Ainge ad anticipare e forzare la chiusura del ciclo storico targato Doc Rivers, approdato nella luccicante Los Angeles, sponda Clippers. Nuovo allenatore Brad Stevens, che tenta il grande salto dopo aver trasformato in una squadra da corsa Butler nella NCAA, tanti nuovi giocatori dopo la trade che ha portato il cuore dei Celtics a Brooklyn. In una recente intervista Wallace, uomo d’esperienza arrivato dai Nets, ha dichiarato che Boston sarà uno “sleeper team”: il richiamo cinematografico al bellissimo film The Sleepers con uno superlativo Robert De Niro in versione Padre Bobby, calza a pennello per la nuova realtà biancoverde che sta muovendo i primi passi. Non troppo deboli, non da titolo, il Boston pride regalerà sorprese. Statene certi.

Non può mancare nella nostra carrellata Detroit, che ritrova l’attenzione degli addetti ai lavori per due motivi: una squadra giovane e in piena regola per partecipare alla post-season, con il nostro Datome pronto all’avventura in maglia Pistons, rinforzati in estate con le ottime mosse di mercato che hanno visto sbarcare nella città della Motown Jennings, il falco Josh Smith, e il cavallo di ritorno Mr Big Shot Billups, che da veterano guiderà questo gruppo dal forte potenziale; l’altra novità è l’arrivo in panchina con ruolo da vice del Califfo Rasheed Wallace, il filosofo del Ball don’t Lie. Solo per questo motivo, varrebbe la pena avere un canale interamente destinato ai Pistons. Il Palace è pronto ad esplodere, John Mason storico announcer della squadra di Detroit, sta scaldando la voce.

A New York si respira aria di derby come mai accaduto nella recente storia della Eastern Conference. Knicks e Nets si daranno battaglia per il primato cittadino. La Grande Mela presenta due squadre con situazioni tanto simili quanto diverse: New York rientra tra le favorite nella corsa all’oro dell’est, ma la situazione Melo, che di recente ha dichiarato di voler perlustrare il panorama dei free agents al termine di questa stagione potrebbe rivelarsi un boomerang dagli effetti imprevedibili. Il roster è ampio e ricco di talento, non ultimo il Mago Bargnani, e se Stoudemire dovesse trovare un minimo di continuità fisica…

A Brooklyn invece è scoppiato l’entusiasmo: un palazzo dello sport spettacolare nuovo di zecca, un allenatore gradito a pubblico e giocatori incarnato dalla figura di Jason Kidd, un roster da titolo, senza dubbio la principale candidata alla vittoria finale nella Eastern Conference. Il quintetto, seppur datato, vede 5 stelle di primissimo livello: Williams, Johnson, Pierce, Garnett, Lopez. Esperti, talentuosi, e fortissimi in difesa con The Revolution e The Truth all’ultima chiamata. Ma non è questa la sola speranza per i nuovi Nets: il magnate russo gazilionario Prokhorov ha deciso di vincere, e come accaduto per i paperoni del calcio non ha badato a spese. Monte ingaggi impossibile da scalare e panchina imponente con AK47 Kirilenko, Terry e Linvigston, sperando che non abbia problemi fisici, mettono i Nets in lista per la chiamata delle Finals.

Wizards e Cavs saranno le sorprese della stagione: entrambe vedono la luce in fondo al tunnel, entrambe mine vaganti. Washington conta sul duo Wall- Beal per una stagione ai piani alti. Il reparto lunghi è tra i meglio assortiti e multietnici della Eastern Conference con il brasiliano Nene Hilario, il francese Seraphin e l’ultimo arrivato Gortat, polacco. Sembra l’incipit di una barzelletta, ma per gli avversari dei Wizards ci sarà poco da scherzare.

A Cleveland invece si punta forte su Irving. Il binomio con Bynum, ex Laker e per i più attenti anche ex Sixer, risulta molto interessante. Mike Brown torna a guidare la squadra della città conosciuta come The Mistake on the Lake, e in Ohio sono tutti pronti a mandare giù il boccone amaro delle delusioni patite nelle ultime stagioni. Personale pronostico: Irving MVP.

Arriviamo alle tre squadre, che per la stampa americana e non solo verranno a contendersi il gonfalone di campioni della Eastern Conference. Il mio pronostico vede i Nets favoriti ma Indiana, Chicago e Miami non possono essere messe in secondo piano.

I Pacers di coach Vogel sono più cattivi e ostici che mai: sconfitti in gara 7 nella finale di Conference della scorsa edizione, hanno rafforzato la panchina, vero punto debole della scorsa edizione. Gli arrivi di Scola, Watson e del tiratoreCopeland garantiscono rotazioni più ampie e possibilità fino alla scorsa stagione inesplorate, con Luis Scola Balboa pronto a guidare la second unit con la sua maestria nel pitturato. Non hanno perso lo spirito da squadra smash-mouth, letteralmente spacca mandibola, sinonimo di durezza fisica e gioco al limite per creare difficoltà agli avversari. Il definitivo salto di qualità di Gorge e Hibbert e il ritorno di Granger mettono sicuramente parecchia mostarda nella corsa al primato.

I Bulls tornano in auge visto il recupero di Rose. Squadra cambiata pochissimo con il solo Dunleavy, tiratore puro, a rafforzare un organico che fa dell’agonismo il proprio terreno ideale. La migliore difesa della Nba dovrà dosare lo sforzo per non arrivare stanca alle fasi calde della stagione. Il sergente di ferro Thibodeau dovrà tenere a bada la lingua lunga di Noah e soci, e se Jimmy Butler dovesse mantenersi ad alti livelli lo United Center potrebbe tornare luogo ideale dove svolgere le partite di tarda primavera. Tutto comunque ruota attorno a Rose, che pare ormai pronto al grande rilancio.

Volutamente lasciati per ultimi gli Heat. Molti potrebbero pensare che la squadra più forte venga trattata per ultima, evidenziando pregi e difetti delle principali antagoniste, salvo riservarsi il megli alla fine: non è questo il caso. 3 titoli consecutivi nella Eastern Conference, 2 volte campioni del mondo. In quel di Miami c’è già chi pregusta la prossima parata trionfale, i tifosi italiani sono pronti a rivivere le gioie delle passate stagioni. James, Wade e Boshsembrano garanzie sufficienti per arrivare al titolo, ma l’opinione del sottoscritto è che l’omaggio a Les Exploits de Rocambole, abbia avuto un termine con la gara 6 delle scorse Finals, visto quanto accaduto con il tiro di Ray Allen ad impattare gli Spurs pronti a festeggiare. 2 anelli vinti per crollo degli avversari, mentale quello di OKC, fisico quello degli Spurs, con un percorso nella Eastern Conference agevolato dalla miriade di infortuni capitati alle rivali: la ruota gira e in uno sport dispettoso come il basket l’eccessiva boria e tranquillità raramente trova premi e riconoscimenti.

Ma la mia è solo un’opinione.

Notti insonni ci aspettano. Amanti della Nba pronti: che il gioco abbia inizio.

[foto: www.foxsportsohio.com ]

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