Ennio Morricone vince il premio come Miglior Compositore Europeo, assegnato in occasione della ventiseiesima edizione degli European Film Awards, la cui cerimonia di premiazione si terrà a Berlino il 7 dicembre. La sua performance per la colonna sonora de La migliore offerta di Giuseppe Tornatore gli è valsa il riconoscimento da parte di una giuria speciale composta da sette membri.
Il maestro romano, che poco tempo fa ha reso omaggio alle vittime di Lampedusa, aggiunge così un altro premio alla sua già ricca bacheca: cinque nomination all’Oscar impreziosite dalla statuetta alla carriera assegnatagli a furor di popolo nel 2007, 3 Golden Globe, 8 Nastri d’argento (il primo nel ’70 con Metti, una sera a cena), 5 BAFTA, 7 David di Donatello.
Impossibile citare tutti in una volta i lavori del quasi 85enne compositore: oltre cinquecento in totale le soundtrack composte in carriera da Morricone. Dagli inizi a metà anni ’50 con la RCA italiana ai primi successi con gli spaghetti-western di Sergio Leone, con cui formò un sodalizio inscindibile: da Per un pugno di dollari (1964) a C’era una volta in America (1983) non c’è un film di Leone senza le note di Morricone.
Uno stile inconfondibile il suo, che ha dato vita a colonne sonore entrate nel mito, da Mission a Nuovo Cinema Paradiso, da Sacco e Vanzetti a Novecento. Pressochè infinita la lista dei registi con cui ha lavorato: Bertolucci, Carpenter, De Palma, Almodovar, Argento, Petri, solo per citarne alcuni. Anche se negli ultimi anni si è fatta più fitta la collaborazione con Tornatore: grazie alle musiche composte per Baaria (2010) Morricone ha vinto il suo ultimo David di Donatello.
Ma il Maestro Ennio non è l’unico italiano sicuro di una premiazione ai prossimi EFA: è stato infatti annunciato che Cristiano Travaglioli ha ottenuto il riconoscimento per il miglior montaggio, grazie al lavoro svolto per La grande bellezza di Sorrentino (a sua volta in concorso per il miglior film).
E in gara ci sarà anche Valeria Golino, con il suo Miele, per l’European Best Discovery.
Un segnale di vita dal cinema italiano, ma soprattutto l’ennesimo riconoscimento ad un mito vivente.