Tortura: approvato il ddl dal Senato

Quando, dopo i gravissimi fatti avvenuti durante il G8 nel 2001 a Genova nella scuola Diaz e nella caserma di Bolzaneto, fu denunciato da varie organizzazioni e cittadini quello che avevano subito molti manifestanti, gli avvenimenti di quelle ore e quei giorni furono riconosciuti come “la più grave sospensione dei diritti umani dopo la seconda guerra mondiale” da Amnesty International.
In quella occasione fu ricordato, sempre da Amnesty, che, benché l’Italia avesse firmato la Convenzione ONU contro la Tortura del 1984, questa non era mai stata recepita dal nostro Paese. Dove, di conseguenza, il reato di tortura non compariva nell’ordinamento giudiziario.

Ieri, dopo ventinove anni dalla firma di quella Convenzione, la commissione Giustizia del Senato, ha approvato un disegno di legge proposto dal senatore PD Buemi, trovando un compromesso tra che chiedeva di recepire in toto la Convenzione Onu e chi, invece, chiedeva maggiori “garanzie” per le forze dell’ordine.
Secondo quanto riportato nel testo, può essere accusato di commettere il reato di tortura ”chiunque con violenza, minacciando di adoperare o adoperando sevizie o infliggendo trattamenti disumani o degradanti la dignità umana, infligge acute sofferenze fisiche o psichiche ad una persona privata della libertà personale o non in grado di ricevere aiuto”. Come stabilito dai nuovi articoli del codice penale 613 bis e 613 ter.
Le pene previste vanno dai tre ai dieci anni se a commetterlo è un privato cittadino. Mentre, se è un agente, la reclusione può arrivare fino a dodici anni. Si introduce anche il reato di “Istigazione alla tortura” con pena dai sei mesi ai tre anni per gli agenti che istighino altri a commettere il reato.

La commissione Bilancio ha dato l’ok al testo chiedendo tuttavia la soppressione del fondo a sostegno delle vittime e che non ci siano nuove spese per lo Stato.

Come tutte le leggi, anche questa è frutto di un compresso che lascia insoddisfatti molti, a cominciare appunto da Amnesty e l’associazione Antigone con Patrizio Gonnella che giudica i provvedimenti come insufficienti, o i senatori di Sel che non hanno votato il provvedimento, al contrario di Pdl, parte del PD, Scelta Civica e perfino il M5S.

Eppure in Italia il reato di tortura dovrebbe essere quasi obbligatorio, poiché, come riportato nell’articolo tredici della Costituzione italiana: “È punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà.”

Infatti, sebbene sia indubbiamente giusto che “chi sbaglia paga”, la pena deve mirare al recupero della persona che commette un illecito. Ed è invece intollerabile che proprio lo Stato sottoponga cittadini a trattamenti inumani e degradanti privando gli stessi della dignità che hanno tutte le persone. Che quindi non possono essere mai considerate come oggetti su cui magari sfogare le proprio insoddisfazioni o istinti più bassi.

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