E’ un Moratti a trecentosessanta gradi quello ospite ieri sera della trasmissione Mondo Inter in onda sul canale tematico Inter Channel. A pochi giorni dall’ufficialità della cessione di una fetta consistente delle quote azionarie, l’ex patron nerazzurro racconta vent’anni al timone della sua amata Inter e tranquillizza i tifosi sul futuro della società e sulla persona Erik Thohir.
“Ho sensazioni tutte positive, sensazioni basate sul fatto che l’ho visto sia sul tavolo di lavoro che rapportarsi con la gente. E’ una persona allegra, il fatto che non abbia il musone è una bella cosa. E’ tendenzialmente allegro come carattere e fa simpatia come modo di fare” – ha confessato il primo tifoso nerazzurro – “E’ ambizioso e questo è un bene per le conseguenze che può avere sulla società e poi è un grande lavoratore, si dà da fare dalla mattina alla sera e ha molto il senso dell’amicizia“.
E sul futuro da Presidente non si scompone e si candida, se ce ne fosse bisogno, a ricoprire il ruolo ancora per qualche anno “Essendo abituato ad avere un certo ruolo è difficile assumerne un altro. Stiamo parlando con queste persone e loro molto cortesemente mi chiedono di restare come presidente. Vedremo. Non credo di avere il diritto di dire che continuerò sempre io, perché l’Inter ha una sua bellissima storia e deve continuare ad averla con chi avrà la buona volontà di prendersi la proprietà“.
Non mancano i ricordi; quelli dei sedici trofei vinti dal 1995 ad oggi. Primo su tutti la Champions League alzata nel 2010, anno dello storico Triplete “La Champions che abbiamo vinto a Madrid è stata una partita che tutti abbiamo vinto prima di vincerla, una partita che abbiamo vissuto con estrema serenità come se sapevissimo già in anticipo che l’avremmo vinta“.
C’è spazio anche per una curiosità su Leo Messi e sul rapporto che lo lega al calciatore argentino “Quando ho visto Messi la prima volta, era ancora un ragazzino, dissi che era fortissimo e lui ancora se lo ricorda, tanto che ogni tanto mi manda la sua maglia firmata. Ma un’operazione come quella con Ronaldo non si poteva fare. Abbiamo tentato con Messi, ma è sinceramente legato al Barcellona che lo aveva aiutato quando non era stato tanto bene“.
E infine, stuzzicato da Roberto Scarpini, direttore della rete, con un pizzico di romanticismo e nostalgia, ma soprattutto grande difficoltà schiera i suoi best undici nerazzurri “Zenga in porta, Brehme e Roberto Carlos terzini, perché Brehme giocava anche a destra. Metterei Cordoba e Passarella e Blanc. No, mettiamo Bergomi insieme a Passarella e Cordoba. Matthaus e Ince li metto assolutamente. Poi, i tre attaccanti. Ronaldo, Ibrahimovic e poi per non offendere nessuno mettiamo Recoba che tutti sanno come una mia mania“.