“La Legge di Stabilità, pur faticosa, rappresenta quel cambio di direzione che avevamo promesso. L’Italia non funziona e non ha funzionato perché abbiamo regole vecchie. Non abbiamo paura di un cambio istituzionale“. Le parole del premier Letta ribadiscono il concetto espresso più volte dal suo insediamento, importanti perché avvengono in un contesto particolare e alla luce della Legge di stabilità, appunto. Si è rivolto infatti a Firenze, alla Fortezza, alla platea dei sindaci riuniti per una tre giorni di confronti e interventi da più parti, concordando con la visione del Presidente Napolitano, ovvero sulla condivisione nel fare riforme.
Parole condivise dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che dopo quaranta minuti di colloquio privato con il sindaco Matteo Renzi, si è dedicato agli appuntamenti della giornata. Entrambi, Letta e Napolitano, quindi hanno sottolineato l’importanza dei comuni e in particolare il premier ha voluto ricordare gli impegni presi con i sindaci: “Voglio qui confermare gli impegni presi con gli enti locali e ricordo che nelle ore concitate di formazione del governo decidemmo un punto fermo: il ministro delle Autonomie doveva essere il presidente dell’Anci” sintomo appunto, di un’attenzione e un rispetto proprio verso le autonomie che spesso non vengono prese troppo in considerazione. “I comuni sono forti assertori di quel rinnovamento istituzionale che fatica a prendere corpo” ha suggerito prontamente il presidente Napolitano.
La Legge di stabilità è sicuramente un punto di partenza oggettivo, anche se il futuro si prospetta comunque nebuloso a causa delle altre necessità che compaiono nell’agenda del Governo Letta, ricordate per altro da Napolitano, prima fra tutte la questione della Legge elettorale che tiene tutti con il fiato sospeso fra dichiarazioni e rinvii: “Le riforme facciamole insieme” ha incitato Letta.
Si è parlato anche dell’Expo di Milano, con le dovute rassicurazioni circa i finanziamenti e l’intento di coinvolgere tutto il Paese
In giornata un incontro importante per alcuni dei lavoratori della Lucchini in lotta contro lo spegnimento dell’altoforno dell’azienda siderurgica di Piombino, che sono riusciti ad ottenere un colloquio con il premier, il presidente Napolitano, il presidente della Regione Toscana e il sindaco di Firenze: le speranze per quasi tremila lavoratori sembrano essere fondate, dopo le dichiarazioni positive di uno dei rappresentanti che hanno preso parte al colloquio.
Da Firenze quindi segnali sicuramente positivi per i rapporti fra Stato e autonomie locali che come ha sottolineato in un appello il presidente dell’Anci, Piero Fassino, ogni giorno fanno spending review e con la dedizione mandano avanti il Paese senza poi il giusto riconoscimento. Dalla Legge di stabilità le strade sono state segnate, ora bisogna solo aspettare che vengano asfaltate.