È una storia lunga venticinque anni e che si porta dietro la bellezza di venticinque stagioni quella della famiglia Simpson, la serie animata più famosa della tv . E del cinema.
Tuttavia, forse negli ultimi anni l’irriverente famiglia televisiva ha fatto arrabbiare qualche americano eccessivamente puritano o meno.
“Mr. Simpson was in his house totally nude and went outside naked while his neighbor was watering her grass. Then his wife ran out of the house trying to cover him with a towel“. (Il signor Simpson è uscito di casa completamente nudo mentre la sua vicina innaffiava il prato […]). Così recita uno dei 38 reclami ricevuti tra il 2010 e il 2013 dalla Federal Communication Commission, agenzia governativa degli Stati Uniti che si occupa di tutti i servizi di comunicazione destinati agli americani.
Un altro telespettatore si lamenta di una scena di pornografia, infastidito dal fatto che i ragazzini possano pensare che sia una cosa positiva finire su Playboy: “Mr. Simpson is portraying in Playboy magazine and hires someone to take nude pictures of him […] it is pornography, a disgrace to make children think it is ok to be on Playboy magazine“.
Questo è solo uno degli aspetti che ha infastidito i connazionali dei Simpson.
Cannibalismo e omicidi compaiono in un altro reclamo. La telespettatrice questa volta si lamenta di un episodio in cui tutta la città si dà al cannibalismo, mangiandosi a vicenda.
La stessa accusa la serie televisiva di “indecenza”: Homer gira per la città cantando una canzone in cui annuncia la sua omosessualità e, rivolgendosi agli uomini, grida: “Find a man!”.
Questo non è essere puritani, piuttosto bigotti. Cosa dà fastidio di più alla signora? L’omosessualità dichiarata forse? Ricordiamoci che è un cartone animato, irriverente.
A proposito di omosessualità, anche i baci saffici tra Marge e un’altra donna hanno infastidito qualche spettatore “all’antica”: “Quella scena è indecente e dovrebbe essere tagliata per impedire ai bambini di vederla“.
Il “bad language” è infine l’aspetto più criticato dalla gente. Ad accusare non solo la serie, ma tutti i tv show di questo genere e la stessa Federal Communication Commission, in particolare la lettera di un genitore di 62 anni: My question is what is wrong with the FCC? Do you allow your children to watch this kind of shows? […]“. Gli standard di decenza sono crollati, si lamenta il telespettatore chiedendosi se anche ai figli del dipendenti dell’FCC sia permesso di vedere certi programmi.
È vero, rispetto al passato i programmi televisivi mostrano molta più violenza e volgarità, sono spesso blasfemi o un po’ spinti, ma esiste molto di peggio che un cartone animato creato proprio come “parodia satirica della società e dello stile di vita statunitensi”. Basti pensare a tutti i cartoni animati giapponesi degli anni ’80 e ’90 censurati dalla tv italiana.
Insomma, sembrerà strano ma i “bacchettoni” esistono anche nella così – apparentemente – avanguardista America.