Manca poco al semestre che vedrà l’Italia a capo dell’Unione Europea e il presidente Letta inizia a delineare le strategie di guida. Lo ha fatto ieri alla Camera quando si è espresso in previsione dell’incontro di domani con il Consiglio UE e le parole da lui pronunciate sono conformi alla linea adottata dal primo giorno del suo mandato, pacato ma deciso. Il rigore, i sacrifici, la pazienza nel sopportare i tagli e i pochi finanziamenti, ha detto, non possono non essere legati a una ricompensa, altrimenti tutto diventa inaccettabile e insopportabile, di conseguenza: “I sacrifici e la disciplina delle finanze pubbliche sono necessari, ma accettabili se poi c’è una ricompensa, se c’è una svolta, una uscita, una prospettiva“.
La logica dei tagli non può essere quindi fine a se stessa, non può essere unica e uguale per tutti i settori.
É con le idee chiare che si esprime su un campo condiviso da tutti i Paesi dell’Unione: la ricerca. I cervelli europei sono produttivi ma poi qualcosa si perde nel momento cruciale del confronto globale e allora, ha affermato Letta: “La ricerca non può essere sacrificata sull’altare dei tagli, è una scelta suicida e noi vogliamo un’inversione di tendenza“. Quello che manca è un piano d’azione comune, pari a quello economico perché allora si che si potranno raggiungere risultati migliori e competere, per vincere, a livello mondiale.
Gli Stati Uniti d’Europa quindi, devono avviarsi su un terreno comune verso il nazionalismo europeo, valicando i propri confini e superando le titubanze e i nazionalismi personali, perché “per uscire dalla crisi la via giusta è unire maggiore responsabilità e maggiore solidarietà“.
Altri elementi analizzati e nominati nel discorso del presidente del Consiglio sono altrettanto importanti: quello dell’occupazione e del mercato digitale. L’Italia deve adeguarsi alla tecnologia (vedi per esempio nella Pubblica amministrazione) perchè c’è il rischio imminente e inaccettabile, che fra due anni ci siano un milione di posti di lavoro scoperti nel settore digitale, in un epoca in cui non si può certo prescindere da tutto quello che è tecnologico e che semplifica. Letta auspica più attenzione da parte dell’Unione Europea sulle regole che governano il commercio online, per ora troppo burocratiche ma poco pratiche.
Non è quindi un discorso privo di contenuti reali e che non fanno riferimento a problemi seri e contemporanei, quello di Letta. Le speranze sono tutte convogliate nel futuro prossimo, in direzione del semestre italiano all’UE e la storia sembra essere dalla nostra parte. Infatti l’ultimo successo risale al semestre del 1990 ovvero quando si raggiunse l’accordo, non solo sulla comune economia, ma anche sulla moneta comune. Gli auspici storici e contemporanei, grazie alla figura del premier Letta fanno ben sperare, anche per quello che riguarda l’immagine che l’Italia deve rivedere in Europa, lontana dagli scandali e vicina alla risoluzione politica e sociale del sistema economico.
Di certo, il rigore e la sobrietà degli ultimi tempi pagheranno in termini di immagine, così come chi in questo momento ci rappresenta.