Giovane italiano ucciso in Inghilterra: accusato di rubare il lavoro agli inglesi

Maidstone é una città di circa 75 mila abitanti, poco distante da Londra e famosa per il suo castello, che é una rinomata meta turistica. Nel 2002 quattro napoletani si sono trasferiti lì per realizzare il loro sogno, quello di aprire un ristorante. Lo chiamano, ovviamente, il Vesuvius. Esternamente ricorda i tipici ristoranti inglesi con le loro grandi vetrine che affacciano sulla strada e quel blu cobalto che risalta rispetto agli alloggi superiori, che sono di un giallo paglierino. Da pochi giorni, presso questo ristorante ha trovato lavoro come cameriere Joele Leotta, 19 anni, di Nibionno, con un suo amico, Alex Galbiati. Vanno a vivere in una stanza sopra al Vesuvius, dove prima vivevano due ragazzi del posto, licenziati perché sempre ubriachi.

Joele ha lasciato l’Italia per lavoro, ma anche per imparare la lingua, con la speranza così, al suo ritorno in patria, di trovare un buon lavoro. Quando chiama a casa per parlare con i suoi genitori e il fratellino di 15 anni é felice, perché si trova bene e poi i piatti del menù sono in italiano e per lui che, a stento parla inglese, é una fortuna.
È un ragazzo sensibile, ma ama vestirsi da rapper ed é bravo a denunciare nei suoi versi tanti mali che affliggono la nostra società. Ha tante passioni, ma una su tutte: l’Inter, tanto é vero che il suo idolo é il principe Milito, l’attaccante che con i suoi gol in finale di Champions contro il Bayern Monaco nel 2010 gli regalò una gioia infinita.

Domenica, dopo aver ascoltato le partite e inviato un post su facebook verso le 18:00 in cui prendeva in giro la Juventus per la sconfitta di Firenze, inizia il suo turno di lavoro, che si conclude, come al solito, sul tardi scambiando due parole in compagnia del suo amico. In quel momento incontrano un gruppo di ragazzi del posto, che iniziano ad insultarli, ad accusarli di aver rubato il posto di lavoro dei loro amici. Sono ubriachi, tipi poco raccomandabili, Joele e il suo amico, allora, decidono di ritirarsi in stanza a dormire.

Nel cuore della notte la brutale aggressione. Con delle modalità, che la polizia inglese dovrà chiarire, sono saliti dove c’è la stanza dei due ragazzi e li hanno massacrati di botte. Joele, trasportato in ospedale, é deceduto dopo poche ore, mentre l’amico Alex non é in pericolo di vita. Grazie alla sua testimonianza sono stati arrestati 8 balordi del posto, tutti tra i 21 e i 25 anni.

Le indagini sembrano orientarsi verso un delitto di natura xenofoba, una lezione ai due Italiani, che avevano rubato il lavoro di alcuni loro amici. Le tv inglesi hanno stigmatizzato l’accaduto, ma hanno sottolineato che il problema dei troppi stranieri é reale. Peccato che abbiano omesso di dire che Joele e il suo amico lavorassero presso un ristorante italiano, che paga le tasse in Inghilterra e che dà lavoro a tanti Inglesi, tra cui anche ai due amici degli assassini, licenziati non perché due italiani gli avevano rubato i posti di lavoro, ma perché dediti ad abuso di sostanze alcoliche.

Il lavoro si cerca, si crea, si perde e si rifiuta, ma non si ruba. Tutto il resto é demagogia spicciola, che é figlia dell’ignoranza e madre della violenza. Solo se si comprende questo e si eviteranno, in futuro, altre tragedie simili, si potrà un giorno dare un senso alla tragica morte di questo giovane lavoratore italiano.

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