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Categorie: Cronaca News

Dipendenza da gioco, che l’1% dei ricavi vada alla cura della patologia

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Giulia Cugini

Il presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, Emilia Grazia De Biasi ha proposto durante il congresso nazionale Federserd, la Federazione Italiana degli operatori del Dipartimento e dei Servizi per le Dipendenze, che l’1% dei ricavi dei giochi sia destinato proprio alla cura delle persone affette da gioco patologico. Il suo intervento ha poi continuato con la denuncia nei confronti della poca sicurezza nei confronti dei minori soprattutto per quanto riguarda il gioco su internet, che lei stessa ha definito “terra di nessuno”. La sua richiesta finale è stata poi quella di un maggior controllo della situazione da parte dello Stato, che possa essere posto un limite alle giocate con carta di credito e istituito un “accesso criptato”

Quello del gioco è diventato ormai da anni un vero e proprio problema per l’Italia. Infatti se da un lato i cosiddetti videoslot vanno a riempire le casse dello Stato, dall’altro stanno provocando sempre maggiore dipendenza, svuotando le tasche di chi entra in questo vortice. Un vero costo oltre che economico, anche sociale.
Si chiede maggior controllo, anche perché questi apparecchi si sono conquistati a pieno titolo il soprannome di macchine mangiasoldi. La questione tocca da vicino migliaia di persone, che spesso buttano un intero stipendio nella speranza di un guadagno più facile e il dato drammatico è che si tratta di un fenomeno che non accenna ad entrare in crisi.
La quantità di “mini casino” cresce a dismisura su tutto il territorio, aumentando vertiginosamente i numeri del gioco d’azzardo legalizzato.

Ovviamente la diffusione di queste macchinette va di pari passo con il rischio dell’aumento delle dipendenza legata all’azzardo, e il dato preoccupante riguarda anche i giovani. Spesso infatti viene permesso loro di giocare all’interno di questi mini casino, nonostante non abbiamo raggiunto la maggiore età, ma il veicolo maggiore proviene soprattutto dal mondo di internet, in cui risulta più facile per loro cadere in questo circolo vizioso, fornendo semplicemente dati falsi.
Se il controllo è scadente sul territorio e sulla dimensione “fisica” del gioco d’azzardo legalizzato, sicuramente appare più difficile credere ad una maggiore sicurezza per il gioco in rete.

La proposta e la preoccupazione della presidente De Biasi parlano chiaro: bisogna aiutare le persone affette da dipendenza da gioco, poiché il fenomeno è in crescita e non se ne può non tener conto, ma alla base c’è la mancata supervisione di un organo addetto che possa fare in modo che di questo aiuto non ci sia bisogno. Come si suol dire, meglio prevenire che curare.

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Giulia Cugini