Non sarà mai un uomo comune, nemmeno nelle interviste che sembrano più scontate. Ospite nel salotto di “Che tempo che fa“, Maradona parla senza filtri della sua vita, spaziando dalla droga al periodo nel povero barrio dove viveva con la famiglia, dalla politica fino al Napoli e ai problemi col fisco italiano che continua ad incolparlo di evasione fiscale. A 52 anni il campione argentino mostra sempre la vitalità e la brillantezza dei tempi migliori, con il suo modo genuino di interfacciarsi con le persone che lo ha sempre distinto da molti altri sportivi.
Dopo la presentazione fatta da Gianni Minà, giornalista e amico che ha curato personalmente la serie di 11 dvd editi dalla Gazzetta dello Sport in onore del “Pibe”, c’è l’ingresso in scena dell’attore protagonista della serata, tra l’acclamazione di tutto lo studio.
Diego inizia raccontando del periodo in cui era vittima della dipendenza dalla droga, della paura di non veder crescere le figlie e di come non abbia mai voluto rappresentare un esempio per gli altri. In questo senso ha sottolineato il ruolo dei genitori nell’educare i figli, mentre nel suo caso l’aspetto sportivo è l’unico per il quale avrebbe voluto rappresentare un esempio.
Il tono dell’intervista è sempre molto informale, con Fazio bravo a stimolare le giuste corde, spaziando da domande sul vissuto personale ad argomenti più ampi come la politica. Maradona ha ricordato l’importanza della madre e i tempi in cui rifiutò di giocare nel River per andare al Boca, che in quel momento era in una situazione economica precaria che lo portò ad accettare anche compensi minori di quelli che avrebbe potuto ricevere. In seguito si è soffermato sul calcio moderno, troppo dominato da logiche economiche e quasi privo di attaccamento alla maglia, fino ad arrivare al mondiale brasiliano, programmato in maniera miope dal governo carioca senza tener conto delle reali necessità della gente comune, a lui tanto cara.
Arriva poi il momento di affrontare il tema più caldo, quello dell‘evasione fiscale. Maradona come sempre rigetta le accuse del fisco italiano e rivela un particolare finora mai venuto a galla: “tanti sponsor volevano pagare il mio debito con Equitalia. Io ho detto no perchè non sono un evasore, visto che non ho mai firmato un contratto personalmente, perchè pensavo solo al campo. A quello ci pensavano Coppola e Ferlaino, che a differenza mia possono girare liberamente in Italia“.
I momenti più emozionanti però sono quelli legati alla carriera calcistica. Prima il goal del secolo segnato all’Inghilterra nell’ormai celeberrima semifinale dei mondiali dell’86, poi il Napoli, con le immagini del San Paolo pieno nel giorno della presentazione e il pensiero rivolto ai tifosi azzurri che lo hanno sempre supportato ed amato, anche in questi anni di assenza dall’Italia.
Amore ricambiato da Maradona perchè, come dice una frase tanto cara anche a lui, “chi ama non dimentica“. E dimenticare chi ha dato una speranza a un’intera città, attanagliata da tanti problemi, è davvero impossibile.
Foto: Eurosport.yahoo.it