Lasciarsi+ai+tempi+dei+social+network
blogliveit
/2013/10/21/lasciarsi-ai-tempi-dei-social-network/amp/
Categorie: Economia News

Lasciarsi ai tempi dei social network

Published by
Ludovica Vacri

La chimica spiega l’amore, il circolo di Papeez le emozioni, e le statistiche ci spiegano come finiscono le relazioni al tempo dei vari Facebook, Twitter e delle altre piattaforme social.
Il giornalista David McCanderless attraverso l’analisi dei dati ricavati dai social network produce regolarmente statistiche e grafici sui temi più disparati.

Recentemente si è occupato di cuori spezzati, in particolare del lasciarsi utilizzando gli aggiornamenti di stato di 10.000 “cavie” umane monitorandole per più di anno con i suoi colleghi.
Le sue scoperte hanno permesso al curioso giornalista di creare un apposito grafico che ha evidenziato l’esistenza di veri e propri schemi del lasciarsi.

I periodi dell’anno in cui ci si lascia di più sui social network.

Spiegando i risultati ottenuti, si scopre che sono tre i periodi dell’anno più sfruttati per rompere con il proprio partner: primavera, prima delle vacanze estive e qualche settimana prima di Natale. Quindi niente vischio sotto gli stipiti delle porte.
Il giorno della settimana più comune per lasciarsi invece risulta essere il lunedì, forse suppone l’autore dello studio, a causa dei litigi del fine settimana, il giorno meno plausibile è invece il 24 dicembre, insomma niente di imprevedibile.

Lasciarsi ai tempi dei social network sarà anche semplice, dimenticarsi un po’ meno. Se prima bastava buttare lettere, foto, inutili regali e magari cambiare bar, la tecnologia ha fatto diventare il processo del dimenticare una vera impresa.
Dimenticare è un meccanismo di adattamento messo in atto dal cervello per limitare l’impatto fornito dalle esperienze passate sul proprio presente, specie quando i ricordi sono particolarmente dolorosi e in contrasto con il sé attuale.

Steve Whittaker dell’Università della California Santa Cruz, e Corina Sas, della Lancaster University, si sono occupati proprio di questo nello studio “Design for Forgetting: Disposing of Digital Possessions after a Breakup“.
Nell’era tecnologica infatti i beni digitali superano di gran lunga quelli fisici sia per numero (in una proporzione 5:4) che per diversità (19:3).

In molti casi questi ricordi poi non sono più tanto personali, sono stati condivisi, commentati, postati su una miriade di siti di foto, blog, vari social, e succede di veder sbucare da qualsiasi dispositivo un ricordo digitale che si trasforma in un continuo promemoria di eventi passati.
Quindi i social presentano un’aspetto negativo nel momento in cui si vogliono dimenticare taluni aspetti del proprio passato, ha spiegato il ricercatore Whittaker, e creano problemi in caso di rotture dato che le persone abitano il loro spazio digitale dove foto, musica, file stanno lì a ricordare costantemente della loro precedente relazione.

Tra le tattiche di cancellazione più frequenti c’è il cambiamento dello status, l’eliminazione dell’ex dagli amici e il blocco dell’accesso al proprio profilo.
Per quanto riguarda il materiale fotografico, esso si può detaggare, ma non cancellare se a inserirle è stato qualcun altro, diventando una situazione emotivamente stressante perchè le persone tendono a creare una forma di impegno attraverso i beni digitali, soprattutto nel caso delle foto.

Per aiutare a dimenticare, i ricercatori hanno proposto soluzioni tecnologiche che scrutino il cyberspazio alla ricerca di ricordi dolorosi, come una ricerca automatica, che permette di crare una sorta di pattumiera web che potremmo, se non eliminare completamente, almeno tenere lontana dai nostri mezzi tecnologici e lasciarci alle spalle i ricordi dolorosi.

La tecnologia avrà anche facilitato tanti aspetti della vita, tra cui lo shopping, le ordinazioni al ristorante, la stipula di polizze assicurative, ma di sicuro non ha reso più semplice, anzi ha complicato ancora di più, le già spinose questioni amorose. Il tasto “delete” non serve proprio a tutto.

[Fonte: Gizmondo]

Published by
Ludovica Vacri