Alessandro D’Avenia, ‘la strage di Capaci la cornice del mio prossimo libro’ [Intervista]

Dal liceo milanese dove insegna italiano e latino i suoi studenti saranno fieri del successo del loro giovanissimo professore, classe 1977, che “Bianca come il latte, rossa come il sangue” gli ha regalato, prima con le vendite in libreria, poi con gli incassi al botteghino. Il romanzo del 2010 è stato tradotto e distribuito in venti Paesi. La pellicola cinematografica dello scorso aprile 2013 ha incassato oltre un milione di euro già nei primi quattro giorni di proiezione. In questi giorni uscito il dvd e in lavorazione il musical tratto dalla storia di Leo e Beatrice.

Lui, Alessandro D’Avenia, è scrittore con all’attivo due romanzi di successo – oltre a quello citato sopra, Alessandro firma anche “Cose che nessuno sa” (2011) – sceneggiatore, giornalista pubblicista per l’Avvenire e La Stampa, blogger, e professore. Dal suo profilo Twitter, @Prof2punto0, ed il suo profilo Facebook Alessandro parla ai tantissimi giovani e meno giovani che lo seguono diffondendo messaggi sia sociali sia culturali. Parlare di Manzoni o Sciascia attraverso un tweet ed osservare il seguito che questo messaggio riesce a scatenare è sorprendente, ma Alessandro riesce a muovere tutto ciò forse grazie alla passione che lascia trasparire in ciò che fa, o ancora grazie al linguaggio semplice che adopera e la giovane età che lo rende più vicino al suo audience e più raggiungibile da chi lo legge ed ascolta.

L’intervista esclusiva che Alessandro ha rilasciato a BlogLive è ascoltabile attraverso il video che segue. I suoi progetti futuri, ma anche il motore che lo spinge a scrivere ed insegnare con la tangibile passione che permea ciò che fa; questi tra i contenuti audio.

[youtube]http://youtu.be/lBbnbgShLKI[/youtube]

Si definisce un Prof 2.0 – il suo blog porta questo nome – e quando gli abbiamo chiesto il significato, erroneamente pensando ad un riferimento alle tecnologie digitali che lui stesso utilizza per arrivare ai suoi lettori, ci ha corretto e risposto: “2.0 per me è relativo alla metafora che sta dietro questa parola da quando è stata inventata qualche anno fa. L’uso creativo del web, non essere passivi ma essere protagonisti del web“. Ancora, ho chiesto ad Alessandro cosa direbbe ai professori “vecchio stile” per invitarli ad abbracciare le nuove tecnologie come veicolo per trasmettere la conoscenza più velocemente e più ampiamente rispetto ai canali tradizionali. La risposta: “Non esistono professori vecchio stile. Esistono professori che amano il loro mestiere e lo fanno bene ed altri no. Io ho conosciuto un insegnante straordinario che alla tenera età di settant’anni ci faceva sognare sulla Divina Commedia. Allora non c’era il 2.0; era lui il 2.0 ma in realtà non lo sapeva […] Oggi si riesce a creare una classe dalle pareti virtuali dove puoi fare lezione a decine di migliaia di persone ed è una bella soddisfazione“.

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