Probabilmente le ultime case volanti che si ricordano sono quella di Dorothy che assieme al suo fidato Toto atterrava nel magico mondo di Oz e quella trasportata da una miriade di palloncini del signor Fredricksen del film d’animazione “Up”. Oggi le “Flying Houses” vi aspettano a New York, alla Muriel Guepin Gallery; si tratta di un progetto fotografico itinerante dell’artista francese Laurent Chehere. Tra il 17 e il 27 ottobre la mostra è a Parigi, al Parcours-Saint-Germain, ma dal 1 novembre si trasferirà Oltreoceano, a New York, fino al 1 dicembre. Tra le altre tappe di fine 2013 troviamo ancora Parigi poi Rio de Janeiro e Miami. Inoltre ci saranno altri appuntamenti almeno per i primi sei mesi del 2014.
Il progetto, denominato proprio “Flying Houses”, comprende immagini digitali di case di ogni genere letteralmente sospese in aria e trattenute solamente da cavi elettrici. Per il fotografo questa esposizione è la sua personale esplorazione dei sobborghi poveri di Parigi; infatti Chehere ha dichiarato di aver scattato migliaia di fotografie con la stessa luce delle abitazioni più disparate ma quelle che si possono ammirare alla mostra effettivamente non esistono, si tratta bensì di composizioni digitali attraverso Photoshop.
L’artista francese dice di essersi ispirato per la creazione del progetto a pellicole come “Howl’s Castle” di Hayao Miyazaki e a un classico del cinema francese “Le Ballon Rouge” di Albert Lamorisse dal quale ha certamente ripreso l’immagine del bambino alla finestra con il palloncino per la sua fotografia “The Red balloon”.
É interessante notare i particolari delle fotografie di Chehere le quali non sono mai mere abitazioni bensì raccontano una storia, raccontano di persone e delle loro origini. Raccontano di un viaggio, che è quello della vita di ognuno di noi. Vita può essere quella itinerante in circo o in una roulotte, vita è in palazzo con le parabole, vita è in un hotel, vita è in un villetta di periferia. La casa è ciò che meglio rappresenta una persona e il suo viaggio attraverso la vita.
Un assaggio delle “Flying Houses”
Fonte [www.laurentchehere.com]