Almalaurea si definisce come un consorzio interuniversitario nato in Italia nel 1994. Ad oggi rappresenta il 78% per cento dei laureati italiani ed è aperto, in una prospettiva internazionale, alla collaborazione degli atenei esteri. Proprio grazie all’internazionalizzazione dei propri servizi e ai rapporti di cooperazione che instaura con l’Europa è stato possibile costatare che nel 2013 i giovani che concludono il proprio corso di studi e si avviano verso il mondo del lavoro non guadagneranno più di 1.000 al mese.
Dopo circa di 5 anni di carriera lo stipendio mensile è intorno ai 1.400 euro per le lauree triennali e 1.484 per quelle specialistiche e a ciclo unico, come Farmacia o Giurisprudenza, un lieve calo rispetto ai dati degli anni passati.
È giusto aggiungere che non è per tutti cosi, dagli ultimi sondaggi sembra che il settore economico-statistico, professioni sanitarie e l’ingegneria siano i settori più retribuiti al momento, mentre quello letterario e psicologico restano indietro.
Le differenze non sono solo di settore, ma anche di sesso, infatti a un anno dalla laurea i maschi guadagnano il 16% in più delle ragazze, solo per quanto riguarda medicina le donne sono in vantaggio.
Il ministro della Pubblica Istruzione Maria Chiara Carrozza afferma: “I dati di AlmaLaurea mostrano una rigidità sociale e geografica dell’Italia: una regressione complessiva. I giovani temono di non mantenere la situazione sociale dei genitori. È terribile. I dati mostrano che è un timore fondato“.
Anche i rapporti con gli altri Paesi europei sono avvilenti, l’Italia viene definita: “il fanalino di coda“, due lavoratori dipendenti su dieci sono laureati, contro una media europea di tre che raggiunge, in Gran Bretagna e in Spagna, picchi di quattro su dieci.
[Fonte: Almalaurea]