Il primo passo per posizionarsi in maniera corretta sul social network professionale per eccellenza è quello di preparare un profilo ad hoc. Su internet troverete decine, centinaia di suggerimenti sull’argomento.
I Guru specializzati in Linkedin si sprecano. Una volta evitati i tuttologi che oggi parlano di Linkedin ai convegni sul social recruiting, domani di app in televisione su canali digitali, dopodomani in qualche business school a trattare di marketing e sabato prossimo di salamelle alla sagra della salamella, mi permetto solo di indirizzarvi ad una guida completa che è il libro di Luca Conti che considera vari aspetti interessanti e non troppo tecnici. Un altro consiglio è quello di seguire qualche post di Francesca Parviero, Anna Martini e Silvia Zanella, colleghe che bazzicano l’argomento con professionalità.
In questo post parlerò esclusivamente della faccia del candidato, quel piccolo quadratino in alto a sinistra che rappresenta on line quella che è la stretta di mano off line.
Ed ecco una bella carrellata di errori comuni in cui mi capita sempre più frequentemente di imbattermi considerando il lavoro che svolgo.
Partirei da una prima immagine in cui, forse, l’ambiente estivo non aiuta particolarmente a far comprendere l’intento professionale. D’altra parte, non si è sempre in vacanza.
Di conseguenza, eviterei anche delle pose particolarmente performanti in “altri campi”.
Ma neppure le foto troppo seriosi e impegnati in conversazioni telefoniche worldwide, tanto si capisce che siete al telefono con la mamma.
In ogni caso fate attenzione a non “pendere” troppo a sinistra.
Ma nemmeno far credere che siate orientati troppo a destra.
Se non siete un tassista, eviterei i primi piani con le cinture di sicurezza. Non è certo questo il modo migliore per trasmettere un messaggio di grande affidabilità.
La descrizione della vostra mansione (job title) deve essere chiara. Chi vi cerca deve capire di cosa vi occupiate. Evitate di inserire diciture comprensibili solo per coloro che lavorano nella vostra azienda.
Idem, se volete far sapere a tutti che siete un candidato “doppiamente prezioso”.
Non cercate di prendere per la gola il vostro interlocutore. A meno che non sia particolarmente goloso, non funzionerà.
Rileggete quello che scrivete. Gli errori di battitura sono indice di poca attenzione.
Linkedin non è una vetrina di annunci. Evitate lo spamming e le offerte di lavoro generiche. Questo tipo di comunicazione non vi posiziona e non servirà ad attrarre candidati. In Linkedin esistono funzioni semplici o complesse a seconda del tipo di ricerca, che vi aiuteranno a trovare il contatto o il candidato più allineati.
Peggio ancora, chiedere un parere su di voi da chi non vi ha mai visto in faccia.
Per chiudere, non millantate titoli che non avete. A cosa serve definirsi “manager” per poi rivelare che state facendo uno stage in azienda? Chi accetta il vostro contatto si sentirà preso in giro.
Il “mercato del lavoro” non a caso si chiama così. Ha una vetrina e una vendita nella quale bisogna posizionarsi con delle regole molto precise e delle strategie non banali.
Gli esempi di cui sopra non vogliono scatenare ilarità o far sentire a disagio i protagonisti; non sono “casi straordinari”, ma esempi in cui sempre più frequentemente ci si imbatte in rete.
E’ davvero importante studiare a tavolino la propria strategia di brand (e qui Luigi Centenaro può sicuramente aiutarvi), le parole da utilizzare nel proprio profilo, l’immagine che si vuole dare.
Volete trasmettere professionalità e sicurezza? Bene, una bella faccia sorridente corredata da camicia e cravatta sarà certamente il miglior passe-partout. Funzionale, non troppo elaborato, evitate telefoni, monitor, scaffalature e tutto quello che è superfluo al contesto. Il protagonista sei tu.
Volete trasmettere informalità e cordialità? Camicia con un primo bottone slacciato, anche qui un bel sorriso sgargiante e tutta la comunicabilità di cui siete capaci.
Avete un’azienda, un’ attività o semplicemente avete deciso con i colleghi di mettere in risalto il brand in cui lavorate o di creare attenzione intorno ad esso? Fatevi fotografare nelle vicinanze del logo aziendale (su una parete, all’entrata dell’azienda), su uno sfondo quanto più neutro possibile, dando comunque risalto al vostro primo piano, ed evitando di riprendere in foto autobus, passanti e bancarelle. Ricordate, quando cambiate lavoro e magari passate ad un competitor, di rimuovere quella foto. Succede anche questo.
Volete apparire in un momento “topico” del vostro lavoro? Durante una relazione, una riunione, avete trovato una foto che vi è stata scattata sul palco di una convention con un microfono in mano in una posizione paticolarmente “catartica”? Sceglietela con cura. Che non sembri il karaoke o la festa dei 70 anni di nonna Letizia.
Ma soprattutto fate in modo che vi rappresenti.