SkySport24 intervista Zanetti, storico capitano e bandiera dell’Inter, che parla del recente passaggio di consegne fra Moratti e la cordata di Erick Thohir, raccontando aneddoti e curiosità dei 18 anni di presidenza dell’amministratore delegato della Saras:
“Ci siamo visti alla Pinetina e ci siamo salutati, lui ha detto che non cambia niente, solo che sarà affiancato da un gruppo di persone che apriranno uno sviluppo importante per la società. Non so se rimarrà presidente, ma so che lui rimane con la sua quota e coi sentimenti che lo legano a questa società. Il momento più bello e più brutto della sua presidenza? Ogni volta che arrivava una conquista o una vittoria importante si vedeva che il pensiero suo era di rendersi conto che insieme avevamo fatto qualcosa di importante. La notte di Madrid rimarrà per tutti noi la più importante. In passato, invece, quando le cose non andavano bene, tutti noi, non solo lui ci sentivamo di dover affrontare tantissimi problemi da tutte le parti. Però anche in quei momenti lui è sempre stato corretto e puro, nonostante le critiche anche ingiuste che gli arrivavano addosso. Il nostro rapporto non è quello classico tra capitano-presidente, va al di là di questo, è un rapporto umano importante, anche con la sua famiglia. E’ un presidente che prova sentimenti veri e nel mondo del calcio è raro trovarne così. Gli sono stato di sostegno dopo il derby perso 6-0, ci siamo sentiti per telefono e abbiamo trovato la forza per ripartire che, forse, è anche stata sempre la forza della nostra famiglia costruita con lui. Quando guardo l’immagine mia e del presidente abbracciati mi commuovo, in quel caso mi stava spiegando come stava procedendo la trattativa e io gli ho detto che sarei stato a disposizione della società“.
Gli domandano del primo giorno in nerazzurro, ricordo indelebile che Pupi non ha dimenticato:
“Ricordo che c’era un temporale, una pioggia pazzesca. Mi hanno portato al suo ufficio e lì ho conosciuto questa grandissima persona e non pensavo che gli sarei rimasto al fianco così tanto tempo. Ora posso dire di essere fiero di essere stato il capitano della sua presidenza. Credo che il regalo più bello che Moratti mi abbia fatto sia stato credere in me quando non ero ancora conosciuto. Sotto i riflettori c’era Rambert, io ero un accompagnatore. Ma lui ha sempre creduto in me e questo è il regalo più grande che ci siamo fatti. Vi racconto un aneddoto: agli inizi io Zamorano, Simeone, Colonnese siamo andati a Forte dei Marmi al mare in un weekend libero e davanti ad un campetto da beach volley e abbiamo deciso di metterci a giocare. Lì abbiamo incontrato la famiglia del presidente, con lui, Milly, Mao, e ci siamo messi a giocare con loro. Poi ci hanno invitato a mangiare a casa loro, con Milly che ha fatto 3 tipi di pasta diversi, abbiamo fatto davvero tardi. E’ stata una bella giornata“.