Quasi 1.000 dipendenti nel 1998, circa 500 nel 2008 e solo 60 oggi. Questa è la storia e il presente dell’azienda italiana di televisori Mivar. L’imprevedibile futuro ha però in questo caso una data quasi certa: entro la fine di novembre la Milano Vichi Apparecchi Radio chiuderà i battenti.
La produzione di televisori è iniziata nel lontano 1945 e dopo il successo delle vendite intorno agli anni sessanta, dal 2001 l’azienda è in costante perdita. Negli ultimi anni la Mivar, corrosa dalla concorrenza, si occupa semplicemente di assemblare componenti dei TV a LED e come afferma Carlo Vichi, fondatore dell’azienda, il problema sta nella mancanza del “genio italiano, della tecnologia italiana”. Sono anche i costi di manodopera che la Mivar non riusciva più ad affrontare: i costi di produzione aumentavano, mentre i prezzi di vendita si abbassavano.
Troppo forte la concorrenza e troppo poca la capacità italiana di stare al passo con i tempi. Con una leggera amarezza e rassegnazione Carlo Vichi manifesta a La Repubblica la sua indignazione: “Finita la guerra siamo stati superati da tutti. Dovremmo lavorare come i cinesi, con onestà e intelligenza. Il problema invece è che non sappiamo più lavorare. E i prodotti fatti senza utilizzare tutte le possibilità che la tecnologia offre vengono rifiutati dal mercato”.
Fortunatamente Carlo Vichi non sembra voler demordere, e alla chiusura della Milano Vichi Apparecchi Radio, la Mivar rinascerà con un altro nome ed in un altro settore: Milano Vichi Arredamenti Razionali che produrrà una linea di mobili, soprattutto tavoli e sedie, destinata a mense, self service, stazioni e aeroporti.