Alessandro Florenzi e Lorenzo Insigne sono i volti nuovi della Nazionale di Prandelli. Ieri sera nella partita contro l’ Armenia è arrivata la prima rete in maglia azzurra per l’ esterno della Roma su assist dello scugnizzo napoletano.
I due si sono resi protagonisti di un ottimo avvio con le maglie dei loro rispettivi club tanto da meritarsi la convocazione da parte del C.t azzurro.
Lorenzo e Alessandro hanno in comune molte cose. Calcisticamente sono due esempi di giocatori a tutto campo, capaci di coprire la fascia quasi completamente (Florenzi a Crotone è stato schierato anche da terzino) e di rimanere, allo stesso tempo, sempre pericolosi in zona goal. Insigne è più fantasioso, Florenzi più bravo negli inserimenti negli spazi, ma entrambi hanno la capacità di cambiare la partita con una giocata.
Anche la loro storia personale è molto simile. Entrambi infatti provengono da famiglie umili, che vivono nei quartieri popolari, ed hanno la fortuna di giocare per le squadre per cui hanno sempre fatto il tifo.
Insigne nasce a Napoli nel 1991. Il padre fa l operaio per giunta precario e ad aiutare la famiglia ci pensa la nonna materna di Lorenzo. Il piccolo “Lollo” viene descritto come un bambino vivace sempre con il pallone tra i piedi.
La scuola non gli piaceva molto, erano piu le assenze delle presenze. “Lorenzo non aveva voglia di studiare, ma nelle interrogazioni se la cavava con la sua intelligenza. Non stava zitto e improvvisava. Noi professori lo premiavamo per questo. Avevamo capito che nella sua testa c’era altro, lui voleva diventare un campione e noi tutti pensavamo che ce l’avrebbe fatta” dice cosi il suo ex professore di Economia.
A 7 anni il fratello maggiore Antonio lo portava sempre a giocare a calcio con sè ed era costretto a lasciarlo vincere per non sentirlo piangere.
Durante un torneo organizzato dalla scuola calcio in cui ha iniziato a muovere i primi passi, il Presidente della squadra non voleva farlo giocare e gli disse: “dove vuoi andare…la palla è piu alta di te”. Dietro l’insistenza degli amici piu grandi lo lasciò provare e gli bastarono 5 minuti per rimanere impressionato ed esclamare “Ma dove l’avete preso sto nanetto?”
All’età di 14 anni iniziò a lavorare come venditore ambulantein quanto la famiglia aveva bisogno di soldi. Con i primi guadagni comprò un paio di scarpe “Nike R9” (quelle di Ronaldo) per se e per il fratello minore.
Lorenzo è sempre stato un ragazzo umile e tranquillo. Mentre tutti i suoi coetanei si divertivano con motorini, ragazze e discoteche per lui contava solo il pallone e si concedeva al massimo qualche uscita al bar con l’amico di sempre Antonio. In discoteca è andato per la prima volta nell’ avventura di Pescara due anni fa.
È un ragazzo attaccato alla famiglia. “Ancora adesso prima di comprarsi qualcosa, che sia un cellulare piuttosto che qualsiasi altra cosa chiede il permesso” dice papà Carmine con il quale Lorenzo ha un rapporto speciale tanto che il figlio avuto dalla moglie Genoveffa porta il suo nome.
L’avventura calcistica di Lorenzo nel calcio che conta inizia nelle giovanili del Napoli e prosegue poi in prestito nella Cavese ma è nel Foggia di Zeman che Insigne esplode per poi riconfermarsi l’anno dopo sempre sotto la guida del “maestro” a Pescara risultando determinante per la promozione in serie A degli abruzzesi. Nella stagione successiva corona il sogno di vestire la maglia del Napoli con la quale spera di terminare la sua carriera e diventare capitano.
Alessandro invece, nasce a Roma nel 1991 in un quartiere popolare e inizia a giocare nel centro sportivo dove i genitori gestiscono un bar. È tifoso romanista da sempre, tanto che dopo le partite correva sempre allo stadio con papà a vedere la “Magica”. E proprio allo stadio ha conosciuto la sua attuale fidanzata Ilenia con la quale vuole andare a convivere.
All’età di 11 anni ha dovuto scegliere se andare alla Roma o alla Lazio. Dopo il colloquio avuto con Bruno Conti, Alessandro non ha avuto dubbi e ha scelto i giallorossi: “mi tremavano le gambe-racconta il giocatore-al solo pensiero di giocare nella squadra per cui ho sempre fatto il tifo. Non potevo pensare di allenarmi nello stesso posto di Totti”
Anche lui come Insigne è cresciuto con dei valori ben precisi tramandati dalla famiglia alla quale continua ad essere molto legato. “Abbiamo sempre insegnato ad Alessandro che il lavoro paga, gli abbiamo sempre detto di tenere duro e rispettare gli altri” e cosi è stato.
Si è guadagnato tutto sul campo, il posto ha sempre dovuto sudarselo. Nei Giovanissimi non giocava, poi è diventato capitano (grazie a Stramaccioni) e ha vinto uno scudetto in Primavera. Da li l’avventura a Crotone difficile inizialmente perchè lontano dalla famiglia. Ma poi grazie alla gente di Crotone è diventata “l’esperienza più bella della sua vita”.
Le ottime prestazioni in Serie B gli valgono il ritorno alla Roma sotto la guida di Zdenek Zeman. La scorsa stagione è stato uno dei pochi a salvarsi e questa stagione ha iniziato alla grande.
Adesso è arrivato il primo goal in Nazionale, dedicato a chi gli è sempre stato vicino: la famiglia, la fidanzata Ilenia, il fratello Emiliano ma anche il suo procuratore che è stato “capace di tenermi con i piedi per terra anche quando è molto difficile farlo”. A Roma è considerato il nuovo “Capitan Futuro” e Alessandro spera di terminare la carriera con la maglia giallorossa.
In un mondo del calcio che è sempre sotto accusa per non avere più valori, le storie di Alessandro e Lorenzo dimostrano che anche tra le nuove generazioni ci possono essere ancora persone umili, simili agli eroi del calcio di una volta e in grado di rappresentare un esempio per tutti i bambini con il sogno del calcio.