13 novembre 2005: il mondo del wrestling professionistico vive uno dei momenti più cupi della sua storia. “Latino Heat” Eddie Guerrero viene trovato privo di vita nella sua stanza di albergo a Minneapolis dal nipote, anche lui wrestler, Chavo Guerrrero Jr. Eddie ha lasciato nel cuore dei tifosi un vuoto incolmabile, ha rappresentato una generazione, uno dei pochi heel (i cattivi) acclamati dalle folle, coi suoi modi di fare da mascalzone di periferia e quell’aria arrogante, sul ring riusciva a portare dalla sua parte parte intere platee nei palazzetti di tutto il mondo.
Ha combattuto in Messico e in Giappone, ma è negli USA che ha trovato fortuna. Esordisce trai professionisti nell’ex ECW, per poi diventare una delle star di spicco della WCW prima, e della WWE poi. Nella sua carriera ha vinto svariate volte il “Tag Team Champion” con Chavo Guerrero e Rey Mysterio (suo grande amico) ed è stato diverse volte campione WWE e campione del mondo dei pessimi massimi.
Nei giorni scorsi si è sparsa la notizia, falsa, che la sua morte è stata tutta una messa in scena per vedere la reazione dei suoi tifosi. In realtà è stato travisato il senso dell’articolo del kayfabenews, che con quel post gli autori volevano semplicemente ricordare Latino Heat e fantasticavano su di un suo possibile ritorno, nello stupore generale.
“Kayfabe News sincerely wishes this story would come true” (Kayfabe news desidera che la storia fosse vera)
Questa la frase di chiusura del post. Come al solito però i giornali, il web, e tutti coloro che si spacciano per giornalisti hanno approfittato della situazione alla ricerca di un po’ di visibilità.
Quello che doveva far riflettere i lettori è il modo in cui la WWE ha affrontato la morte di Eddie Guerrero. La World Wrestling Entertainment non entra mai così nel privato della vita dei suoi atleti, perchè poi avrebbe nascosto il wrestler per otto anni, organizzando commemorazioni con tantissimo seguito? Lo scorso 5 marzo è scomparso Paul Bearer (William Alvin Moody), noto manager nel mondo delle WWE. Lo stesso era stato fatto “morire” del 2004 a The Great American Bash. In quel caso però era ovvio che si trattasse di una morte fittizia, di scena, che serviva solo al proseguimento dello spettacolo. La WWE è sempre stata attenta e cauta in queste situazioni, chiarendo quelle che potevano diventare “di difficile lettura”. E non si capisce perchè stavolta avrebbe dovuto fare il contrario.