Nonostante il parere di audaci politici ed imprenditori, che inquadrano la crisi come fenomeno mediatico, la recessione è in atto in tutto il paese. A testimonianza di quanto già noto ci sono gli impietosi dati del Criff. Dall’inizio della crisi la domanda dei prestiti è calata vertiginosamente, diminuendo del 24%, e solo nell’ultimo anno del 3,3%. Il peggior risultato dal 2008 lo ha raggiunto il mese di settembre di quest’anno, che ha segnato un ridimensionamento della domanda pari al 10,9% rispetto a settembre 2012. I responsabili del Criff hanno spiegato così quanto sta accadendo: “E’ dovuto al persistere di segnali negativi sul fronte dell’occupazione, con quella giovanile che ha raggiunto livelli drammatici, e della fiducia dei consumatori.”
Non è solo l’abbassamento dei prestiti il testimonial di un mercato che stenta a ripartire e di una recessione sempre più incalzante. Risale a ieri l’ultima inchiesta sul prezzo delle case, sotto accusa è Renato Brunetta, parlamentare PDL. L ‘imputazione è quella di mancanza di trasparenza, infatti nella trasmissione Report a cura di Milena Gabanelli, viene spiegato in relazione all’IMU quanto in realtà la spesa di 400 euro non giustifichi il crollo nell’edilizia, sono quindi altri i problemi che in questo momento si hanno in Italia. Continua nel corso del programma una non tanto velata accusa a chi non consente agli italiani un corretto aggiornamento su quello che succede. Dal profilo twitter dello stesso programma un messaggio quanto mai chiaro :” In Italia spesso non si controllano i numeri e quindi i politici possono somministrarci favole per tenere a bada la nostra ansia”.
Quello del settore dell’edilizia non è l’unico in crisi, anche quello dell’immigrazione, regolare, ha subito una crisi inaspettate. Negli ultimi i nuovi permessi di soggiorno per cittadini non comunitari sono stati 246.760, con una flessione del 25 per cento rispetto al 2011 e del 58 per cento rispetto al 2010. Il loro numero si è ridotto dell’81,4 per cento, passando dagli oltre 359mila del 2010 ai 119.342 del 2011, e infine a 66.742. La flessione ha riguardato in massima parte i permessi per motivi di lavoro di durata medio-lunga, a testimonianza di quanto l’economia nazionale non possa più sostenere o concepire cittadini extracomunitari.