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La scuola americana fra novità e sorprese

Published by
Giulia Papapicco

Parlare della scuola non è mai facile, basta pensare a tutte le polemiche, proteste, manifestazioni che si verificano puntualmente a ogni tentativo, appropriato o meno, di cambiare qualcosa. E negli Stati Uniti?
Tanto per cominciare, bisogna subito dire che le regole circa l’obbligo scolastico variano da stato a stato anche se di media il percorso scolastico dura circa dodici anni.

Per comprendere meglio e in maniera meno statistica, la scuola americana, ho parlato con tre bambini, due di otto anni e uno di dieci.
Cristian, il più grande, è iscritto in una scuola pubblica nello Stato di New York, a Pleasantville nella contea di Westchester, a circa un’ora di treno dalla Big Apple. Ora è nella classe che qui chiamano “Middle School” e come si vede nei telefilm, mi dice che a ogni lezione cambia classe. Le materie sono circa una decina (musica e arte sono molto considerate qui), e da quest’anno è stata introdotta una nuova lezione che fonde Scienze e Tecnologia. Esce di casa la mattina alle 8:00 e torna alle 16:00, tranne il venerdì in cui finisce alle 15:00. Non si lamenta troppo dei compiti, dice di essere il più bravo della classe di matematica e di riuscire a finirli mentre lo school bus lo riporta a casa.

A otto anni invece, si frequenta il secondo grado dell’istruzione. Alle 8:00 del mattino lo school bus è pronto per portarli a scuola.
Ora sono impegnati con lo spelling: ogni settimana hanno dodici parole con cui devono prendere confidenza prima creando delle frasi apposite, poi analizzarle, per esempio: come il verbo cambia dal presente al passato e nella forma continua. In matematica i compiti sono cambiati rispetto a qualche anno fa, mi spiega Marisa, la mamma dei bambini. Hanno cambiato metodo di insegnamento quindi i genitori hanno ricevuto un fascicolo in cui si spiegavano le nuove strategie. Ad aggiungersi quello che qui chiamano “DreamBox”: compiti online. Ogni bambino ha un profilo presentato in maniera divertente: una sorta di mappa di una città ideale con sentieri e punti in cui cliccando si accede a operazioni, spelling test e cartine geografiche da completare (i bambini comunque la vedono come una tortura!). Non hanno libri di testo, ma hanno una biblioteca ben fornita e possono portare i libri a casa.

I ragazzi non hanno un diario o un libretto con i voti ma è tutto sul sito della scuola e i compiti vengono assegnati il lunedì con un fascicolo consegnato agli studenti, e per tutta la settimana. Le comunicazioni scuola-famiglia avvengono tutte via email e raramente tramite fotocopie consegnate ai ragazzi. Le scuole pubbliche non costano nulla, fino all’età del Liceo (quindici anni circa).
Ci sono scuole apposite per chi ha un quoziente intellettivo molto alto e che possono offrire maggiori possibilità di sviluppo, per esempio chi è particolarmente dotato, può diplomarsi con anni di anticipo.

Insomma, negli States le cose cambiano e si trasformano in previsione di un futuro diverso, più tecnologico e meno analogico.
Gli Studi Sociali fondono Storia e Geografia, le classi sono multietniche e di differenti religioni, quindi è sempre pronto il confronto, l’esempio pratico, il punto di vista differente. Certo, non è la scuola ideale, ma se le premesse sono queste, forse le nuove generazioni potranno avere più opportunità di crescita e sviluppo.

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Giulia Papapicco