Social Selfies: non avrai altro Io all’infuori di me

“A photograph that one has taken of oneself, typically one taken with a smartphone or webcam and uploaded to a social media website” questa è la definizione presente all’interno dell’ Oxford dictionaries che emblematicamente racchiude il concetto di narcisismo mediatico virale di cui tutti siamo malati.

Selfies: oggi tutti ne siamo, direttamente ed indirettamente, schiavi e affezionati.

Inutile negarlo. Fotografare se stessi è il gesto più “condiviso” degli ultimi mesi.
La ricerca della giusta angolatura per immortalarsi, avendo meticolosa cura nel non dare risalto ai difetti personali che più odiamo, ma che paradossalmente ci rendono unici, rispecchia la volontà di essere apprezzati sui social media dove in pose da copertina cerchiamo di perpetuare una certa idea standard di bellezza.
Non siamo tutti affetti da disturbi della socialità come le maggiori speculazioni psicologiche sentenziano ma, più semplicemente, attraverso queste grandi piattaforme riusciamo a coniugare l’imperativo categorico del voler massimizzare la visibilità e, insieme a essa, alimentare il naturale narcisismo presente in ognuno di noi.

Essere consapevoli di piacere al prossimo è appagante; lo insegnano le Celebrity e i Web Influencer che dell’immortalare la loro “normale” vita quotidiana hanno fatto un requisito indispensabile per le loro carriere nello show business.
L’ironico autoscatto ha travolto nel vortice internauta non solo le romantiche Principesse Disney ma anche geni indiscussi come l’eclettico regista Stanley Kurbrick.

Instakubrick, ad esempio, è il pungente account, creato dall’art director di Fandango Federico Mauro, che raccoglie una serie di foto del regista rielaborate con i classici filtri cromatici tipici delle app fotografiche.

È di questa estate la tendenza di creare “scatti artistici”, o presunti tali, sulle spiagge assolate. Soggetto della foto sono le cosce-würstel ben cotte. Il tormentone estivo ha fatto nascere anche un’ilare parodia Hot-Dog-Legs, dove il gioco prospettico delle gambe dava spazio a foto di veri e propri würstel.

Ma il gioco delle rappresentazioni ancor più gaio della calda stagione estiva appena trascorsa è, a mio parere, “onpensebienavous“. Questo progetto sbocciato spontaneamente è la risposta di chi non ha potuto fotografare se stesso in vacanza perché rimasto bloccato in ufficio per lavoro. Nasce sui social, quindi, la comparazione e l’accostamento di foto con contenuto simile in location totalmente differenti.

I Selfies sono unicamente soddisfazione narcisistica, risposta ironica ad un mondo che ci vuole frivoli e dediti alle apparenze. E che noi ci impegniamo in pose plastiche per non deludere.

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