Dejan Stankovic, addio in lacrime durante Serbia-Giappone

Ieri sera si giocava Serbia-Giappone al Karadorde Stadium, non una semplice amichevole, perchè per Dejan Stankovic è stata l’ultima partita della propria carriera. “Deki” dà così l’addio al calcio giocato, dopo un percorso calcistico pieno di emozioni e successi.

Con la fascia da capitano e il sacro 10 sulle spalle, Stankovic viene accolto da applausi e dal boato del pubblico serbo. Il centrocampista gioca soltanto i primi dieci minuti ed è costretto ad assistere al trionfo dei suoi per 2-0 dalla panchina.

Cresciuto nel vivaio della Stella Rossa, Stankovic si rende protagonista di annate strepitose che vengono premiate da accostamenti a grandi squadre di livello europeo. Tra queste, la pista più calda si rivela la Lazio. Deki è un lottatore e dimostra al calcio italiano quanto sia fondamentale combattere e dare tutto per la maglia, segnando anche un numero di gol pazzesco (22 sono le reti in maglia biancoceleste). Per un giocatore del suo calibro la carriera è un’ascesa continua, che lo porta a vestire la maglia dell’Inter più bella e forte di sempre, con cui l’ex Stella Rossa vincerà tutto.

La carriera in nazionale di Deki invece è piuttosto travagliata: indossa infatti tre maglie diverse a causa della situazione politica che sta vivendo la Serbia. Dal debutto con la nazionale Jugoslava nel ’98, alla Serbia-Montenegro, con cui ha disputato i mondiali del 2006, per poi infine giocare per l’unica e sola nazione in cui è nato: la Serbia.

Una storia da campioni quella di Stankovic che, a malincuore, lascia il calcio giocato all’età di 35 anni. L’addio è ovviamente in lacrime, davanti ad un pubblico che lo ha sempre ritenuto il simbolo del calcio e dello sport serbo. L’Inter lo ha già salutato nel giorno dell’esordio in campionato con Genoa e ricorderà Deki come un giocatore storico, grazie alle tante battaglie vinte insieme ai compagni nerazzurri.
La cosa sbalorditiva di Stankovic è la costanza con cui è sempre stato leader, dalla tenera età di 16 anni fino a ieri, il giorno in cui ha salutato il calcio giocato per incamminarsi direttamente verso la leggenda.

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