Notizia positiva dal Tribunale Ue di Lussemburgo che ha accettato la richiesta dell’Italia di annullare alcuni bandi di concorso indetti per posti di lavoro presso le istituzioni dell’Ue. Così alcuni concorsi tenutesi dal 2008 al 2009 sono stati annullati. I risultati dei bandi, al contrario, sono stati confermati applicando il principio del “legittimo affidamento” dei candidati che hanno vinto il concorso.
Il reclamo italiano deriva dal fatto che ci sarebbe una “diversità nei trattamenti” tra i candidati europei. Le versioni integrali dei bandi sono disponibili solo in lingua inglese, francese e tedesca, comportando una netta disparità tra chi è madrelingua e chi non lo è. Fin ora solo versioni parziali dei bandi europei sono stati pubblicati nelle altre lingue. E come attesta il ricorso presentato dall’Italia, le informazioni parziali non sono sufficienti per conoscere a fondo l’oggetto del concorso e per poterlo preparare a dovere.
L’Italia chiede quindi alla Commissione Ue che i bandi europei siano tradotti e proposti per intero in tutte le lingue presenti nell’Unione Europea, seguendo così anche le norme della Carta dei Diritti Fondamentali che vieta ogni tipo di discriminazione e diversità di trattamento.
Il ministro per gli Affari Europei Enzo Moavero Milanesi è soddisfatto della sentenza che dichiara essere una significativa conferma dell’eguaglianza fra le lingue dei paesi membri.
Sempre parole del ministro: “Gli italiani che desiderano lavorare nelle istituzioni Ue, per contribuire alla costruzione di un’Europa più unita e per arricchire il proprio percorso professionale vedono così riconosciuta pienamente la parità della nostra lingua e non alterate le loro legittime possibilità di successo nei concorsi pubblici banditi a tal fine”.
[Nella foto, il Min. degli Affari Europei, Enzo Moavero Milanesi]