Le bacheche di tutti noi sono piene di stati di condanna di quello che è uno dei peggiori disastri ambientali creati dall’uomo in Italia. Uomini malvagi ed ignoranti hanno venduto il loro territorio e le loro anime per un pugno di soldi, soldi che ora non bastano a pagare le cure per i loro cari. Cosa è successo davvero in Campania in quegli anni? Chi sapeva e non ha detto? Chi poteva fare qualcosa ed è rimasto inerte? Sono tante le domande che noi osservatori ci facciamo dall’esterno, ma come si vive oggi in quelle Terre? Cosa stanno facendo ora gli abitanti? Ne ho parlato con Armando di Nardo, ricercatore di Costruzioni Idrauliche e Marittime e Idrologia presso la Facoltà di Ingegneria della SUN ed ex Assessore del Comune di Giugliano in Campania.
Quando e perché nasce la Terra dei Fuochi?
Nasce diversi anni fa, da quando una parte del territorio di Giugliano è stata scelta per la realizzazione di diverse discariche di rifiuti pericolosi e no.
Da interviste che abbiamo fatto a vecchi agricoltori della zona, pare che i primi roghi risalgano almeno alla metà degli anni ’80 in seguito alla realizzazione dei primi siti di discarica. Il luogo, inizialmente caratterizzato da una pianura fertile con alberi da frutta e piantagioni di ortaggi, cominciò a diventare uno sversatoio di rifiuti anche illegali, e poi cominciarono i roghi.
Poi e, fino ad oggi, sono anche stati smaltiti (diciamo pure depositati ai margini delle strade che portano alle discariche) migliaia di pneumatici di automobili che, sistematicamente, durante la giornata sono incendiati in diversi siti.
Gli incendi più gravi hanno riguardato direttamente alcune discariche con nuvole di fumo nero e diossina alte centinaia di metri.
Perché solo ora il caso è diventato nazionale? Che cosa mancava?
Forse le dichiarazioni di Schiavone, forse la rabbia dei cittadini che è scoppiata, ma le denunce risalgono a molti anni fa, personalmente sono stato alla Procura della Repubblica per denunciare i fatti, ho inviato documenti all’ARPAC, al Ministero dell’Ambiente, a tutte le istituzioni competenti. Fui anche intervistato da REPORT nel 2008.
A oggi che numeri ci sono tra roghi, morti e materiale inquinato ritrovato?
I roghi tantissimi, è come se avessimo un inceneritore senza controllo da più di venti anni! L’inquinamento non è dovuto solo ai fumi ma, soprattutto, alle discariche autorizzate ed a quelle illegali, come al probabile interramento di rifiuti pericolosi in alcune zone del territorio.
Vorrei aggiungere anche i danni del depuratore di Cuma, l’inquinamento del Lago Patria.
Tutte cose note da qualche tempo ci sono tantissimi dati sugli inquinanti ritrovati. Personalmente, insieme ad un gruppo di ricerca della SUN, ho pubblicato una monografia divulgativa. Per quanto riguarda gli effetti sulla salute umana, le questioni sono più complesse, anche se già esistono alcuni studi sulle patologie in aumento sul territorio di Giugliano.
Le colpe principali di questo scempio di chi sono?
Per quanto mi riguarda, ritengo che le responsabilità principali siano ascrivibili alla mancanza di controlli nella realizzazione e gestione delle discariche, nella scelta politica di aggiungere rifiuti su rifiuti e saturare un sistema naturale con milioni di tonnellate di rifiuti (Taverna del Re è uno scempio naturale di livello mondiale).
Basta pensare che il sito contaminato di Masseria del Pozzo-Schiavi occupa un’area di circa 2 km quadrati ai quali vanno aggiunti i circa 1,3 km quadrati di Taverna del Re (complessivamente un’area di 3,3 km quadrati, corrispondente ad una piccola città. Per fare un esempio territorialmente vicino: Melito di Napoli è 3,72 km quadrati).
Poi certamente c’è anche la responsabilità della Camorra che ha “controllato” parti del ciclo dei rifiuti, che è andata a trattare con imprenditori di diverse parti d’Italia per lo smaltimento a basso costo dei rifiuti. Ma dove potevano finire questi rifiuti con prezzi di smaltimento così bassi? E’ la solita antica questione di concusso e concussore. Chi ha più responsabilità?
Credi che anche i cittadini che per anni hanno ignorato il problema abbiano delle colpe? Se si quali?
I cittadini hanno una sola colpa grave: aver votato per anni una classe politica incompetente sul problema dei rifiuti (e non solo). Alcuni forse potevano monitorare meglio il territorio, ma parliamo di 100 km quadrati, non ci sono riuscite le forze dell’ordine figuriamoci cosa potevano i cittadini! Tuttavia moltissimi hanno manifestato, hanno preso manganellate dalla polizia, hanno denunciato, hanno costruito organizzazioni e siti internet per contrastare lo scempio del territorio. Cos’altro potevano?
Qualcuno è stato colluso, ma quelli non sono cittadini ma delinquenti. Ho visto agricoltori piangere tornati nella loro terra distrutta e inquinata.
Sei stato Assessore al Comune di Giugliano è possibile che la politica non si fosse resa conto prima di tutto ciò?
La cattiva politica guarda a un orizzonte breve, ai cinque anni di amministrazione, al consenso sul breve periodo, cerca di spostare il problema più avanti finché sarà di un altro. Per quanto mi riguarda, nel breve periodo che ho amministrato Giugliano ho fatto tutto quello che potevo e che era possibile fare. Ho tantissimi documenti e denunce a tal proposito.
È possibile un futuro diverso per queste terre maledette?
Certo che è possibile. La bonifica è sempre possibile ma dipende dai costi. Non possiamo permetterci anche l’inceneritore dopo venti anni di scempio!
Ai miei studenti racconto sempre una piccola storiella, quella del giovane disperato che ha bisogno di mangiare, che non conosce i rischi per la salute sua e della sua gente, che forse non ama la sua terra, e che sversa un fusto nel terreno oppure incendia delle gomme di automobile.
Gli danno poche decine di euro. Lui non conosce il danno ambientale di tale gesto, gli effetti per la salute umana. Non conosce i costi per la bonifica: ovvero per riportare quel terreno alla sua condizione naturale.
A volte può essere fino a diecimila o centomila volte più alto dei pochi euro “guadagnati”. Risorse economiche che non possediamo, che non può permettersi nessuna collettività o nazione del mondo.
Pertanto l’arma principale che abbiamo è la crescita della sensibilità per la difesa dell’ambiente e dell’amore per la propria terra, dunque: Scuola e Formazione.
Poi dobbiamo migliorare i controlli e aumentare le pene per chi inquina, anche per chi getta rifiuti per terra.