Il tempo impazza, le temperature instabili e spesso al di sopra delle medie stagionali. Sono solo alcuni dei più evidenti segnali che dimostrano il cambiamento climatico innaturale. Questo quello che è sotto gli occhi di tutti, ma a mettere insieme i pezzi del puzzle climatico che provengono da tutte le parti del mondo, è stata la task force intergovernativa dei climatologi Onu, che ieri a Stoccolma hanno reso noti, denunciandoli, risultati di studi approfonditi. Nulla di buono all’orizzonte, come è facile immaginare.
Gli esperti del Comitato intergovernativo dell’Onu sui cambiamenti climatici (Ipcc), dopo uno studio accurato di anni fatto di comparazioni e dati di varia natura e provenienza, hanno redatto la “Sintesi per i decisori politici” del V Rapporto sui cambiamenti climatici che si completerà con il rapporto in tre volumi che uscirà nel 2014. Nelle trentasei pagine redatte, si leggono informazioni molto chiare: viene infatti messo nero su bianco che con una probabilità espressa in percentuale del 95-100% (praticamente una certezza) ad aver causato il riscaldamento globale, è stato l’uomo con le emissioni spropositate di CO2 e con l’uso incontrollato quindi, di combustibili fossili. Dall’epoca pre-indistriale, dal 1750, ad oggi, la concentrazione di CO2 è aumentata del 40%. Le conseguenze? Sotto gli occhi di tutti. La maratona di New York del 2012 sospesa a causa del violento uragano, le spiagge che si riducono ogni anno, i ghiacciai che vediamo sciogliersi in televisione, gli tsunami e le alluvioni in aumento.
Tra il 1901 e il 2012 si è già registrato un aumento di temperatura pari a 0.89 gradi e i mari si sono alzati di 19 centimetri ed è “virtualmente certo” (probabilità tra il 99 e il 100%) che il ritmo di crescita di questi dati, sia aumentato proprio negli ultimi due secoli cioè da quando l’uomo ha iniziato ad utilizzare i carboni fossili. Le previsioni fanno rabbrividire: nel peggiore dei casi da qui al 2100, la temperatura terrestre potrebbe aumentare fino a quasi 4.8 gradi, mentre il livello del mare innalzarsi di 82 cm, con tutto quello che ne comporta per le città costiere e i suoi abitanti.
Le politiche ambientali devono cambiare, non c’è molto tempo. Sono anni che il sospetto che le emissioni di CO2 potessero causare l’innalzamento climatico, aleggia e preoccupa, ma ora è praticamente una certezza. Il commissario Ue per l’azione per il clima, Connie Hedegaard, dichiara: “Abbiamo una legislazione ambiziosa in atto. Stiamo riducendo notevolmente le nostre emissioni, espandendo le rinnovabili e risparmiando energia. E ci stiamo preparando per il passo successivo: obiettivi climatici ed energetici per il 2030 che la Commissione presenterà entro la fine dell’anno”. Intanto si attendono risposte concrete dagli altri Paesi. Chi non ricorda il rifiuto degli USA a ridurre le proprie emissioni di CO2 di qualche anno fa?
Il punto di non ritorno è questo. Ora non ci sono davvero più scuse perchè le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti e fissate nero su bianco. Quello di preservare il pianeta è un dovere, un obbligo che ogni essere umano che vive in questo pianeta ha. I politici che ci sono oggi, noi che viviamo questi anni non ci saremo, ma cosa lasceremo? Lasceremo un dono o una bomba ad orologeria pronta a esplodere?