Quabak è un piccolo villaggio sciita di 200 anime a pochi chilometri da Tal Afar, una metropoli che dista circa 420km dalla capitale Baghdad. La vita potrebbe scorrere tranquilla, ma non è così. La gente là ha paura, soprattutto da quando si è rafforzata la presenza di al-Qaeda in Siria. Il problema è che non solo gli abitanti di Quabak sono sciiti, da sempre considerati degli eretici dall’ormai ben tristemente nota organizzazione terroristica, ma anche molto vicini al confine siriano.
Per questo, da qualche mese si è rafforzata la presenza di contingenti americani e della polizia locale in presenza di alcuni obiettivi sensibili, come scuole o mercati. Ma contro nemici invisibili e vigliacchi non ci sono difese. Verso le 8:30 (ora locale) di oggi due kamikaze si sono fatti esplodere con delle auto-bombe rispettivamente presso una stazione di polizia e una scuola elementare. 27 vittime, di cui 8 bambini, 4 insegnanti e il preside della scuola. Ma il bilancio è destinato a salire, perché l’esplosione è stata così violenta che la scuola è crollata e si teme che possano essere intrappolati altri bambini sotto le macerie.
Al-Qaeda ha preso da tempo di mira questa zona dell’Iraq, perché gli attentatori dalla Siria possono facilmente colpire e fare ritorno. Sabato un altro attentato in un quartiere a nord di Baghdad, separato solo da un ponte sul fiume Tigri dal quartiere dei “nemici” sunniti, ha ucciso 51 pellegrini sciiti, che si recavano a piedi verso un mausoleo per commemorare la morte di un imam sciita. Secondo le Nazioni Unite sono 135 le vittime di attentati dal mese di ottobre in Iraq, ben 979 da inizio anno. Questi numeri fanno pensare ad un collegamento tra questa spirale di violenza e la presenza sempre più forte di al-Qaeda in Siria.