La Suprema Corte di Cassazione, con sentenza n. 38034 depositata il 17 settembre 2013, ha confermato l’indirizzo giuridico già espresso con la pronuncia n. 15061/2007, con un importante principio: “l’uso del collare anti abbaio rientra nella previsione del codice penale che vieta il maltrattamento degli animali”.
La terza sezione di Cassazione, ha ritenuto in sostanza che le scosse, le vibrazioni o gli altri impulsi elettrici trasmessi al cane tramite il collare, anche se non munito di telecomando, incidano sull’integrità psicofisica dell’animale.
I giudici hanno spiegato che: “la somministrazione di scariche elettriche per condizionarne i riflessi ed indurlo tramite stimoli dolorosi ai comportamenti desiderati produce effetti collaterali quali paura, ansia, depressione ed anche aggressività”.
L’illecita condotta posta dal padrone-addestratore è punibile ai sensi del secondo comma dell’articolo 727 c.p., reato contravvenzionale, che prevede la punibilità di chi detenga animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze.
Ma cos’è e come funziona il collare anti-abbaio.
Si tratta di un apparecchio che si attiva attraverso le vibrazioni del cane provocate nel momento in cui abbaia, il congegno contestualmente emette un fastidioso suono acuto percepito soltanto dall’animale.
Chiaramente immaginate ogni volta che volete parlare di sentire una sirena assordante nelle orecchie e quindi una volta frustrati ed inibiti, decidete di restare in silenzio.
L’applicazione di questo dispositivo ad un Cane denota il fallimento educativo e comportamentale del suo padrone, la debolezza caratteriale dello stesso, l’ignoranza e la sua idiozia.
Parole dure verso gli incapaci possessori, in quanto il cane che abbaia non lo fa per divertimento ma per comunicare al suo padrone una situazione di pericolo, un disagio, una necessità.
Analizziamo i padroni per scoprire le reazioni del cane e speriamo che gli incapaci addestratori non arrivino a mettere un collare anti pianto al bambino perché piange nella culla.