Quando si dice «essere più forte di tutto e tutti». La Fiorentina, in una notte fredda e piena di insidie, ha dimostrato di avere caratter e determinazione essenziali per battere il Dnipro. Vincere in Ucraina senza gente come Gomez, Rossi, Aquilani e Pasqual non era facile, Montella però aveva bisogno di una risposta, aveva bisogno di basi solide per rimodellare questa Fiorentina 2.0.
La viola si è così riscoperta squadra affamata, con una furia agonistica da far impallidire chiunque. Il successo di Coppa è uno squillo importante anche per la serie A. Chi dava per dispersa la squadra viola deve ricredersi, perché la Fiorentina c’è e continua la sua volata nonostante le assenze pesantissime. Proprio da qui è partito il lavoro più duro del tecnico: dimenticare chi è fuori dal campo e pensare solo al campo. Un lavoro che ha portato al cambio di mentalità, col passaggio a un gioco più fisico a causa dalle pessime condizioni del campo.
Era un passaggio che forse l’allenatore napoletano aveva già in mente, non a caso ha deciso di portare al Franchi un giocatore come Massimo Ambrosini, l’emblema del carattere e voglia di vincere. Questa voglia ha portato i viola alla vittoria in Ucraina, questa voglia può essere da traino per tutti i suoi compagni.
Viste le continue assenze domenica bisognerà confermarsi squadra tosta perché c’è la sfida con la Lazio. Il passaggio dal fioretto alla sciabola sembra esser stato effettuato, ma solo il banco di prova dell’Olimpico potrà confermarlo.
Per superare i più grandi ostacoli non basta grande tecnica, perché la continuità arriva anche dalle giocate sporche o dalle vittorie insperate e forse immeritate. Ora l’allenatore ha solo queste carte a disposizione, nella speranza di riavere al più presto le più importanti. Nell’attesa ci sono partite da giocare, ma se lo spirito sarà come quello visto in Ucraina allora Montella potrà stare davvero tranquillo.