La Juventus rimedia un altro pareggio rocambolesco nella seconda giornata della fase a gironi di Champions League, contro un Galatasaray ordinato e mentalmente rivoluzionato. A dirigere la squadra è infatti Roberto Mancini, vecchia conoscenza del calcio italiano, subentrato a Terim poche settimane fa.
Conte opta per un classico 3-5-2, con poche variazioni rispetto alla formazione-base. Mancini per un 4-2-3-1 con Drogba unica punta.
Il primo tempo non riserva grande spettacolo dal punto di vista del gioco, poichè le due squadre tendono soprattutto a studiarsi per non compiere errori fatali. A ogni modo, si vede più Juventus nella prima frazione di gara, specie grazie ad azioni che si sviluppano in maniera piuttosto fluida su entrambe le corsie. Paradossalmente, è il Galatasaray a passare in vantaggio. Su una palla che sembrava facilmente controllabile, Bonucci manda in porta Drogba che, saltato Buffon, non può sbagliare. L’ivoriano sigla il terzo gol in carriera alla Juve e cala un clima gelido sullo Juventus Stadium.
Nella ripresa il Galatasaray si pone sulla difensiva e lascia pochi spazi ai bianconeri, che sembrano privi di fantasia e iniziano a provare con deboli conclusioni dalla lunga distanza. Nonostante il match sembri bloccato, la Juve ha cuore e spinta da un grande pubblico riesce a ribaltare il risultato nei minuti finali, prima con Vidal su rigore, poi con Quagliarella. Sembra fatta per gli uomini di Antonio Conte ma, esattamente un minuto dopo, Umut Bulut sigla il 2-2 e cala il sipario.
La Juventus aveva necessità di trovare la vittoria in Champions League, specialmente dopo i dibattiti che si erano venuti a creare dopo la deludente prestazione in Danimarca e le vittorie ottenute a fatica in campionato. L’impressione che danno gli uomini di Conte è quella di una squadra sazia, che non gioca con la stessa fame degli anni precedenti. Mancini, dal canto suo, può sorridere: il Galatasaray reagisce alla pesante sconfitta rimediata alla prima giornata con un pareggio importante e, per giunta, su un campo ostico.