“La sola consolazione al mio dolore è sapere che mio figlio ha donato la sua vita per la sua patria, per la verità e per la libertà. Credo che il suo sacrificio non sarà mai dimenticato” (Libuše Palachová, madre di Jan Palach)
Non è semplice ricostruire vicende storiche e umane di così grande impatto come il dramma del giovane patriota Jan Palach che il 16 Gennaio del 1969, sulla scalinata del Museo Nazionale di Praga, decise di sacrificare la proprio vita per protesta contro il regime comunista, dandosi fuoco dopo essersi cosparso di benzina. Nel suo gesto estremo si racchiudeva la profonda disillusione di tutto il popolo cecoslovacco che aveva visto infrangere le proprie speranze di riscatto a seguito della repressione militare dell’Unione Sovietica.
La delicata realizzazione è stata affidata alla straordinaria regista polacca Agnieszka Holland che, insieme alla HBO Europe, hanno confezionato un capolavoro in mini-series diviso in tre episodi dal titolo “The Burning Bush” (Il roveto ardente), selezionato nella sezione Special Presentation al Toronto International Film Festival, candidato per la Repubblica Cieca nella sezione dedicata ai film stranieri per la prossima 86esima edizione degli Oscar ed programmato in Italia per il 2014 su Rai3.
La vicenda è raccontata con estrema precisione storica e potente forza emotiva, trascinando completamente lo spettatore nel clima che scaturì dal gesto del giovane studente di storia che con estrema lucidità affronta il suo destino da martire, sopravvivendo per tre giorni alla dolorosa agonia e lasciando ai suoi compagni e a tutto il popolo il compito di destarsi dal torpore delle coscienze e combattere per liberarsi dalle catene della dittatura.
Il profondo dolore e l’incredulità che accompagna una dimostrazione di esasperazione così forte sono affidati al forte personaggio della madre del giovane, Libuše Palachová, che riesce a trasformare l’angoscia in sete di verità, affinché il gesto del figlio non rimanga invano. Il riflesso della vicenda si proietta così sul giovane avvocato a cui viene affidata l’indagine, futuro ministro della giustizia della Cecoslovacchia liberata, Dagmar Buresova ( Tatiana Pauhofovà ) che emergerà come simbolo di un’intera nazione contro le ombre ed i soprusi di un sistema destinato alla sconfitta.
La produzione di “The Burning Bush” è un documento molto importante, manifesto corale di come la forza e la tenacia di un popolo riunito possa rivoluzionare il corso della storia, lasciando la triste consapevolezza che spesso il destino per essere sovvertito necessita di atti di assoluta abnegazione personale: per questo la serie è dedicata non solo al ricordo di Jan Palach, ma anche a tutti gli altri ragazzi che dopo di lui, nel totale silenzio mediatico, si sacrificarono per la stesso sogno: Jan Zajic, Evzen Plocek e Ryszard Siwiec.