Cosa succede se è un papa a provvedere affinché venga dato a Cesare quel che è di Cesare? Accade che il 23 settembre vengano spedite dallo Ior 900 lettere con la richiesta di chiusura conti, perché i correntisti non hanno saputo adeguatamente motivare i movimenti di denaro alla società di consulenza Promontory financial group, il cui presidente per la zona euro, Ernest Von Freyber, è da qualche mese anche il nuovo presidente dell’Istituto opere religiose.
Quanto sta accadendo è una tappa del percorso voluto da Papa Francesco, a seguito di inchieste giudiziarie che hanno riguardato Paolo Cipriani e Massimo Tulli, allora direttore e vicedirettore dello Ior. A seguito dello scandalo venne istituita una commissione presieduta da monsignor Farina, il quale raccomandò la multinazionale Promontory di controllare i movimenti di circa 19mila conti. Di questi, 900 hanno avuto il benservito. Ma a finire sotto la lente di ingrandimento sono stati principalmente i conti delle 180 ambasciate accreditate presso la Santa Sede. Dopo la chiusura a luglio del conto della Siria, ora anche Iran, Iraq e Indonesia si sono viste chiudere il conto a causa di ingenti versamenti di denaro e successivi prelievi in contante senza giustificazione alcuna. Lo Ior ha voluto impedire operazioni di riciclaggio di denaro o di finanziamento del terrorismo.
Ma la rivoluzione finanziaria realizzata da Papa Francesco è andata oltre la chiusura dei conti sospetti. Da stamane è on line sul sito dello Ior il report relativo al bilancio del 2012, nel quale si legge che l’istituto gestisce un patrimonio pari a 7, 1miliardi di euro e che ha realizzato un utile netto di 86, 6 milioni di euro, il quadruplo rispetto al 2011. Ma c’è di più. Dal conto economico emergono per il 2012 interessi netti, cioè la differenza tra quelli a proprio favore e quelli dovuti ai clienti, pari a 52, 2milioni di euro, proventi netti, cioè gli utili/perdite derivanti dalla vendita di titoli venduti durante il 2012, pari a 51, 1milioni di euro. I costi, tra cui quello del personale, spese generali, sono aumentati del 12%. Sono stati affidati dai clienti beni per l’ammontare di 23,1 milioni di euro, suddivisi in depositi e in contratti di gestione del patrimonio. “Un anno di ottimi risultati per lo Ior e i suoi clienti” ha dichiarato orgogliosamente il presidente Von Freyber.
C’era una volta il papa buono. Nell’ epoca dello spread e dei derivati, oltre che buono, il papa deve essere anche un abile economo e politico, nell’ accezione più alta del termine, cioè nella visione della politica come la forma più nobile della carità.
Oggi il bilancio on line, domani quello partecipato? Con un papa così è lecito aspettarsi di tutto. Dopo secoli, la Chiesa sembra più moderna, più aperta e più trasparente dello stesso Stato italiano.