Dopo settimane di rinvii e promesse ruguardanti modalità più o meno creative per trovare la copertura necessaria ad evitare l’aumento IVA, ecco che invece, da domani, l’aliquota passerà dall’attuale 21 al 22%, a distanza di circa un anno dal precedente aumento che vide l’aliquota passare dal 20 al 21%. Colpevole anche la situazione politica ingessata dopo le dimissioni in blocco dei ministri in quota PDL, che di fatto rende ormai certa l’impossibilità di emanare un decreto ad hoc per bloccare il rincaro.
Gli effetti di questo tipo di politica fiscale sono chiari e si tradurranno soprattutto in una flessione al ribasso dei consumi a causa della relativa perdita di poter di acquisto.
Il mancato blocco dell’ aumento IVA innanzitutto genererà un aumento già in settimana del prezzo dei carburanti, che avranno un prezzo più alto di 1,5 centesimi al litro.
L’aumento della benzina si rifletterà in maniera diretta sul prezzo dei beni al dettaglio trasportati su gomma.
Diversi enti hanno fornito una stima dell’onere dell’aumento IVA sulle famiglie. Si va dalla Codacons che ha stimato stimato un maggior costo pari a 209 euro annui per famiglie composte da tre persone, fino a 350 euro annui per nuclei composti da cinque persone.
La CGIA di Mestre prevede una riduzione dei consumi delle famiglie nell’ordine del 3% su base annua.
Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, ha così commentato la misura presa dal Governo: “La crisi ha stremato famiglie e imprese e impone al Governo la responsabilità di scongiurare, anche se i tempi e i margini sono strettissimi, l’aumento dell’Iva, perché questo determinerebbe effetti recessivi e depressivi esiziali per l’economia reale“.
I beni di prima necessità, tra cui i generi alimentari, sono sottoposti ad aliquote inferiori e quindi dovrebbero sfuggire all’aumento.
Mentre il listino di tutti gli altri beni sarà destinato a vedere aumenti, in particolare si parla di beni tecnologici, elettrodomestici, abbigliamento, mezzi di trasporto, prodotti per l’igiene e cosmetici. Lo stesso dicasi per servizi quali ad esempio parruchieri, tariffe telefoniche e palestre.
Il gettito aggiuntivo previsto per lo Stato ammonta a 4,2 miliardi per il prossimo anno, mentre per questa porzione restante del 2013 si parla di entrate pari a circa un miliardo di euro in più.
A meno di improbabili ripensamenti dell’ultimo minuto l’aumento IVA al 22% entrerà in vigor dalla giornata di domani.