Un sabato italiano: le dimissioni dei ministri del Pdl

Tutto ha inizio venerdì: mentre il Premier rappresentava l’Italia all’assemblea dell’Onu, negli USA, i parlamentari del Pdl minacciavano le dimissioni. «Un fatto inquietante», ha dichiarato Letta al suo ritorno, prima di incontrare il Presidente Napolitano, con il quale avrebbe, poi, definito le successive linee guida: mettere il Pdl davanti alle proprie responsabilità verificando la presenza di una crisi in Parlamento e, dunque, ponendo la fiducia. Una verifica di fiducia che, però, non avrebbe contenuto la giustizia, come richiesto da Alfano.

In un convegno a Napoli, intanto, il Presidente della Repubblica annunciava un intervento alle camere sulla giustizia e tornava a bacchettare il parlamento: «Abbiamo bisogno che discuta e che lavori. Non che il parlamento ogni tanto si sciolga. Non abbiamo bisogno di campagne elettorali a getto continuo. Abbiamo bisogno di continuità nelle azioni di governo, nelle decisioni nei provvedimenti per risolvere i problemi del Paese».

Ma il vertice ad Arcore di ieri pomeriggio stava andando avanti senza farsi influenzare. Erano presenti Marina Berlusconi e i falchi del Pdl – Verdini, Ghedini, Bondi e Santanchè – che l’hanno spuntata sulla linea moderata delle colombe dopo un tira e molla lungo un’estate: crisi e al voto il prima possibile.
Scelta contestata da Cicchitto: «Serviva una discussione approfondita tra presidenza del Pdl e gruppi parlamentari».
Alle 18 arriva la notizia. «Ho invitato la delegazione del Popolo della Libertà – scrive Berlusconi in una nota – a valutare l’opportunità di dimissioni immediate per non rendersi complici, e per non rendere complice il Popolo della Libertà, di una ulteriore odiosa vessazione imposta dalla sinistra agli italiani (aumento dell’Iva, ndr). Per queste ragioni l’ultimatum lanciato dal premier e dal Partito democratico agli alleati di governo sulla pelle degli italiani, appare irricevibile e inaccettabili». La causa scatenante, dunque, sarebbe l’aumento dell’Iva.

A questo punto Enrico Letta – dopo un breve colloquio con il Presidente della Repubblica – lancia un durissimo comunicato (disponibile sul sito personale): «Berlusconi per cercare di giustificare il gesto folle e irresponsabile di oggi, tutto finalizzato esclusivamente a coprire le sue vicende personali, tenta di rovesciare la frittata utilizzando l’alibi dell’IVA».

Giorgio Napolitano sa di dover intervenire personalmente e prende tempo con una nota rilasciata dall’ufficio stampa del Quirinale: «Il Presidente della Repubblica è stato informato dal Presidente del Consiglio delle decisioni comunicategli di ministri del Pdl. Dopo il rientro Roma (oggi era a Napoli per le celebrazioni delle Quattro giornate ndr) concorderà con il Presidente Letta l’incontro che le decisioni odierne rendono necessario».

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