Sull’assalto all’ambasciata americana di Teheran, avvenuta nel 1979, è stato girato anche un film – Argo – vincitore dell’ultimo Premio Oscar. Dal febbraio di quell’anno i rapporti tra Stati Uniti e Iran si sono interrotti e non sono mai stati più ripresi.
Fino a ieri, quando Barack Obama fa un passo importante per la storia: alza la cornetta e chiama Hassan Rouhani, presidente dell’Iran, eletto poco più di un mese fa con il 50,71% dei voti. Lo stesso presidente degli Usa ha rivelato il contenuto della telefonata: il programma nucleare di Teheran e, in particolare, le aperture fatte da Rouhani nei giorni scorsi, quando ha dichiarato alle Nazioni Unite di voler trovare un accordo per rassicurare l’Occidente. «Come primo passo propongo […] e invito tutti gli Stati […] a compiere nuovi sforzi per guidare il mondo in questa direzione […] dovremmo iniziare a pensare a un’alleanza per la pace in tutto il mondo, invece che alle inefficaci coalizioni belliche. […] Di certo, ci aspettiamo di sentire una voce coerente provenire da Washington. Negli ultimi anni, la voce dominante appoggiava un’opzione militare».
Il presidente iraniano aveva fatto anche un passo avanti nei confronti degli americani a cui – durante un’intervista per la CNN – aveva rivolto un messaggio di distensione: «Porto pace e amicizia dagli iraniani agli americani».
Obama e Rouhani hanno discusso anche della situazione delicata in cui si trova la Siria, e, proprio su questo tema, il leader iraniano ha espresso la volontà di poter intervenire durante la prossima conferenza di pace, a Ginevra, fissata per la metà di ottobre, per tentare di mediare tra i ribelli e il regime di Assad.