Dopo quattro mesi di discussioni, che sembravano fossero arrivati al limite di rimandare il congresso, la direzione PD ha deciso le nuove regole. Svoltasi a porte chiuse, con una decisione all’unanimità, la direzione ha confermato più o meno le stesse regole che avevano diretto il congresso precedente, quello che hanno incoronato Pierluigi Bersani.
Le candidature dovranno essere sottoscritte da almeno il 10% dei componenti dell’assemblea nazionale, oppure da un numero di iscritti compreso tra 1500 e 2000 (distribuiti in non meno di 5 regioni, appartenenti ad almeno tre circoscrizioni elettorali per il parlamento Europeo) e presentate entro l’11 ottobre.
Ma qui c’è un cambiamento rispetto alle tornate precedenti:in ciascun collegio potrà essere presentata una sola lista collegata a ciascun candidato alla segreteria (mentre in passato, le correnti presentarono più liste).
Ciascun candidato potrà spendere fino a 200 mila euro per la campagna, e, mentre sono accettati volantini e manifesti, non sono ammesse la pubblicazione a pagamento di messaggi pubblicitari sui media.
E ora la tempistica: entro il 20 novembre dovranno essersi convocate le convenzioni locali (di circolo e provinciali, cioè le votazioni da parte dei tesserati delle mozioni nazionali e dei delegati a livello locale) ed entro il 24 novembre (che determina il numero di candidati ammesso alle primarie) quella nazionale. Ma il loro fine sarà diverso da quello del 2009: infatti non verranno ammessi alle primarie e alla convenzione nazionale solo i primi 3 candidati con la mozione più votata dai tesserati (come avveniva in precedenza) o chi avrà ottenuto il 15% in almeno 5 regioni, ma tutti quelli che avranno formalizzato la candidatura.
Le primarie dell’8 dicembre saranno aperte, e possono votare gli iscritti PD o quelli che al momento del voto firmeranno una dichiarazione dove ammettono di riconoscersi nella proposta politica del partito. Il contributo è di due euro, e non ci sarà preregistrazione. Invece gli iscritti al PD non dovranno versare alcun contributo.
La questione della distinzione tra segretario e candidato premier, non è stata ancora risolta. Anche se Epifani ha rassicurato dicendo che ci saranno modalità per risolvere la questione che riguarda il rapporto tra segretario e leader.