Dimenticate il tendone a strisce bianche e rosse. Dimenticate i domatori di tigri e leoni, gli elefanti, e le acrobazie sui cavalli. Dimenticate i clown con il nasone rosso e le scarpe troppo grandi. Dimenticate. E immaginate un teatro. Immaginate ballerini di hip hop e break dance. Immaginate di essere avvolti dal ritmo di musica rock ma anche elettronica, in una scenografia urbana che trae ispirazione dal mondo del cinema, del fumetto e dei graffiti. Immaginate un’esplosione di luci e colori, semplicemente pura energia. Immaginate. E rimarrete affascinati dall’esibizione del Cirque Éloize, dal 1993 una delle compagnie più importanti nel panorama circense contemporaneo.
Multidisciplinarietà e internazionalità sono le parole d’ordine che accompagnano la creazione di spettacoli innovativi e all’avanguardia, che combinano le arti circensi con la musica, la danza e il teatro. “Il Cirque Éloize nei suoi show trae sempre vantaggio dall’incontro e dalla collaborazione tra gli artisti che vengono da diversi orizzonti creativi. Abbiamo sempre favorito gli approcci multidisciplinari degli artisti, arricchiti dall’internazionalità del cast”, spiega il presidente e direttore artistico della compagnia Jeannot Painchaud, originario delle isole di Magdelene in Quebec, acrobata, giocoliere e performer specializzato in ciclismo artistico. Proprio da queste isole deriva il termine Éloize, che significa “lampi di caldo all’orizzonte”. Gli stessi lampi carichi di calore ed energia che ispirano e alimentano ogni momento dello spettacolo della compagnia, protagonista e fautrice del rinnovamento delle arti circensi.
Già nel secondo dopoguerra nascono accademie circensi che danno la possibilità di inserire nel campo dell’arte circense i propri allievi, interrompendo la tradizionale trasmissione familiare fino allora adottata. Si crea l’esigenza di offrire alle nuove generazioni di giovani artisti una formazione più vasta e completa in senso moderno, altamente specializzata per rinnovare e rilanciare lo spettacolo circense. Uno spettacolo che abbia la capacità di abbracciare quante più discipline possibile per accrescere e valorizzare le doti atletiche ed espressive dei singoli interpreti.
Negli anni ’70 del secolo passato questa rivoluzione culturale approda al cosiddetto nouveau cirque con il suo rivoluzionario impianto che coniuga insieme le discipline classiche dell’arte circense con le forme d’arte contemporanea. Acrobazia, giocoleria, clowneria, arte equestre, arti aeree si uniscono a danza, teatro, musica, poesia e arti plastiche, per oltrepassare i confini del numero finito in sé a favore di creazioni totalizzanti e onnipervasive. La danza classica, moderna e contemporanea si fondono con le discipline acrobatiche proprie dell’atletica e delle arti circensi più spettacolari esaltando la plasticità e le abilità del corpo, armonizzato con la musica e le creazioni sceniche. Gli opposti convergono e coesistono originando una sintesi progressiva degli elementi in un mutamento incessante e imprevedibile.
Così è nato il Cirque Éloize e così anche il Cirque du soleil, entrambi canadesi. Con la differenza che quest’ultimo ha mantenuto il tendone, che da sempre caratterizza gli spettacoli circensi, mentre il Cirque Éloize ha abbandonato quello spazio e ha invaso i palcoscenici dei teatri, esprimendo la propria natura innovatrice attraverso la teatralità e l’umanità, rompendo gli schemi in modo assolutamente nuovo. Le due compagnie nel 2010 hanno siglato un contratto di collaborazione per la creazione di alcuni degli spettacoli di maggior successo a livello internazionale. ID è uno di questi. A gennaio verrà riproposto in Italia, al Teatro degli Arcimboldi di Milano e al Teatro Rossetti di Trieste, dopo il grande successo riscosso nel 2012. Dimenticate la poesia magica e rarefatta di Rain e Nebbia, gli altri due spettacoli che avevano incantato gli spettatori italiani.
Con questa nuova creazione il pubblico sarà immerso in un turbinio pulsante di vitalità ed energia, in cui persino i contorsionismi, gli equilibrismi, e le acrobazie sembreranno meno astratti e più concreti. Painchaud ha immaginato una città futuristica, inaspettato compromesso tra fumetti, film di fantascienza e il ricco universo dei graffiti, “dove l’onnipresenza dell’immagine ci fa perdere i nostri punti di riferimento”. Nel cuore di questa città ha voluto ci fosse uno spazio pubblico, un luogo per tutti, dove chiunque stia scappando dall’anonimato si possa rifugiare, nella continua ricerca della propria identità. ID sta proprio per identità, che diventa acrobatica, metropolitana e avveniristica, fondendosi con la scenografia che si anima e prende vita con le coreografie che scivolano tra muri colossali e strade trafficate inondando di adrenalina e colori la città, in cui va in scena una storia eterna e senza tempo di rivalità e amore. Biciclette e rollerblade diventano strumenti di virtuosismo acrobatico, i muri sono trampolini di lancio per i giovani che non sembrano essere soggetti alla forza di gravità.
Una quindicina di artisti riempiono il palco cimentandosi in dodici discipline circensi, dalla giocoleria al contorsionismo, dal bike trial alle svariate acrobazie ed equilibrismi con tappeti elastici, pali, sedie vertiginosamente impilate, anelli, “accompagnati da musica rock, elettronica e poetica e dalla proiezione di video per valorizzare gli aspetti di giocosità ed energia di uno show giovane e urbano“, ha specificato Painchaud, che ha confessato anche di essersi avvicinato al circo perché sognava di viaggiare per il mondo e “questo era il modo più facile e meraviglioso per farlo” Le coreografie di urban dance– dall’hip hop alla breakdance– assumono la fondamentale importanza di mostrare la grazia e insieme la forza dei corpi in una tensione estrema verso la perfezione artistica che ne superi quasi i limiti stessi. Ogni particolare, costumi, trucchi, scenografia, movimenti, suoni, luci è scelto con la massima cura per valorizzare la dimensione corporea che racchiude in sé la capacità di raccontare una storia attraverso la sua espressività, le sue abilità acrobatiche, la sua bellezza e vocazione narrativa.
Novità e apertura anche nel concepire la sede ufficiale per la preparazione artistica e creativa, che dal 2004 si trova nella stazione di Dalhousie, edificio storico nel cuore della vecchia Montréal, come luogo di incontro aperto a chiunque faccia parte del mondo circense. Il nuovo circo, dunque, nasce dalla tradizione e da essa si distacca trasmettendo suggestioni nuove che rendono possibile la comunicazione in ogni parte del mondo con il linguaggio universale della fantasia unita al divertimento.