Una nuova puntata è andata in onda ieri nella vicenda tra Augusto Minzolini, ex direttore del TG1 ed ora senatore, e la Rai. Il Tribunale del Lavoro di Roma ha infatti rigettato il ricorso presentato dal senatore in cui chiedeva di essere reintegrato nel suo ruolo alla guida del telegiornale.
La notizia arriva direttamente da una nota Rai in cui viene espressa soddisfazione per una sentenza che sembra quindi attestare il corretto operato dell’Azienda. Non si è fatta attendere la risposta di Minzolini che all’Adnkronos ha definito la sentenza “paradossale e anche discriminatoria”.
Tra etica, legalità e media, l’affaire Minzolini iniziò nel 2011: era il 12 febbraio quando la Corte dei Conti aprì un’istruttoria su spese ingiustificate sostenute dall’allora direttore con la carta di credito aziendale. Tre mesi dopo la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati e ad ottobre dello stesso anno il rinvio a giudizio per peculato.
In 14 mesi, tra il luglio 2009 e l’ottobre 2010, il budget messo a disposizione per circa 65 mila euro, era stato speso del tutto. Nonostante l’intera somma fosse stata poi restituita, per la Procura di Roma ciò che contava era che la spesa era stata effettuata utilizzando denaro pubblico. Pur essendo di rappresentanza, le somme non erano giustificate.
Favorevoli e contrari fecero sentire la propria voce, nella querelle un dato era certo: la più importante testata del servizio pubblico stava affrontando una delle pagine più brutte della sua storia.
Il 13 dicembre arrivò la notizia: lo spostamento di Augusto Minzolini dalla direzione del Tg1 su proposta del direttore generale Lorenza Lei. Al posto di Minzolini assunse la direzione, ad interim Alberto Maccari, sostituito poi dal 31 gennaio da Mario Orfeo.
Sembrava chiusa la vicenda, ma l’inatteso colpo di scena arriva il 14 febbraio di quest’ anno, con l’assoluzione in primo grado per l’accusa di peculato. Per il tribunale di Roma, Augusto Minzolini, non ha commesso alcun reato. La posta in gioco torna ad essere il reintegro, la richiesta è immediata: ritornare a capo del telegiornale della rete ammiraglia. Ma la Rai, pur facendo un passo indietro sulla questione, non sembra cedere e risponde con una contro offerta, un incarico di corrispondente da New York, ovvero quello immediatamente precedente all’attuale ruolo di capo dei corrispondenti esteri.
Ulteriore argomento è stata è la decisione del giornalista di candidarsi nelle ultime elezioni nelle file del Pdl. Eletto come Senatore, è attualmente membro di due Commissioni: affari esteri ed emigrazione e quella per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi.
Un pareggio tra le parti in causa: la Rai infatti ora deve restituire a Minzolini le somme di denaro che sembravano essere frutto di peculato, ma sotto il profilo della riassegnazione è stata accettata la rilevazione sulla tempistica legata all’elezione a Senatore.
Non sembra essere questa la parola fine, stando alla dichiarazione dell’ex direttore: i suoi avvocati impugneranno la sentenza.
[Fonti: Adnkronos, Ansa, Agi, Il Sole 24 ore]
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