Tragico incidente stanotte sul grande raccordo anulare. Hanno perso la vita un carabiniere di 37 anni, Gianfranco Cenvinzo, e la donna che viaggiava con lui, sua moglie, Lucia Caldarelli, di 36 anni, che lasciano due bambini, di 8 e 5 anni. La dinamica dell’incidente è stata ricostruite dagli inquirenti e dalle forze dell’ordine intervenute sul posto. A causare l’incidente un uomo, sotto effetto di alcol e droghe, che avrebbe tamponato ad alta velocità l’auto su cui viaggiavano i coniugi. L’impatto è stato così violento da spingere la vettura sotto il camion di una squadra che stava eseguendo dei lavori di manutenzione. L’uomo, un italiano incensurato, è stato ricoverato in ospedale a causa delle ferite riportate.
Dovrà rispondere del reato di omicidio colposo con tutte le aggravanti parallele e concorrenti per aver causato il sinistro a seguito dell’assunzione di stupefacenti. Al riguardo va detto che la normativa è piuttosto insoddisfacente, in quanto le norme sono così blande da non rappresentare un deterrente. Spesso hanno supplito i giudici inasprendo nei limiti del possibile le pene. Però sono anni che si invoca l’introduzione del reato di omicidio stradale. Nel 2012 sembrava che fosse la volta buona, ma poi in Parlamento tutto si è arenato.
Resta il dolore per la fine prematura delle vittime di questa tragedia e dei loro due figli, privati della loro famiglia. Una tragedia che per le sue modalità dimostra ancora una volta che chi e’ dedito all’ uso di alcol e droghe non solo non ha rispetto per la propria vita, ma non ne ha neanche per quella degli altri.