“La mia idea, fin da subito, e’ stata quella di ideare una storia che fosse in grado di spaventare il più possibile i lettori. Così ho cercato di scrivere un nuovo libro che fosse più spaventoso del primo”. Usa queste parole Stephen King per presentare al pubblico “Doctor Sleep”, sequel di uno dei romanzi più celebri del Maestro dell’horror “The Shining”.
Da quel libro, nel 1980, Stanley Kubrick ne trasse un film che, pur discostandosi molto dal romanzo, riuscì ugualmente a riprodurne fedelmente sul grande schermo il clima inquietante e ansiogeno che King aveva impresso sulle pagine del suo romanzo. A dispetto delle critiche mai risparmiate dallo scrittore, ancora oggi “Shining”è considerato una pietra miliare per i cultori del genere horror, grazie soprattutto alla magistrale interpretazione di Jack Nicholson di cui resta lo sguardo allucinato nella celebre scena in cui il protagonista, ascia in mano, cerca di ammazzare moglie e figlio.
Trentasei anni dopo aver dato alle stampe il suo best-seller, Stephen King ha deciso di ripartire da lì, da quell’ultima pagina in cui ci ha descritto la fuga verso la salvezza del piccolo Danny e di sua madre, lontano dall’Overlook Hotel in fiamme. Era il 2009 quando iniziarono a circolare indiscrezioni su un possibile sequel letterario di The Shining. Durante una insonne notte estiva, King si chiese cosa sarebbe potuto accadere, da adulto, al bambino con la “luccicanza”, dopo la traumatica esperienza vissuta durante la sua infanzia, quali cicatrici emotive ne avrebbero segnato il corso dell’esistenza. Spinto da una sorta di sfida personale con se stesso, lo scrittore ha rimesso mano a quella storia, cercando di recuperare le atmosfere terrifiche “alla King” messe un po’ da parte nei suoi ultimi lavori, “The Dome”, “22/11/63” e “Joyland”.
Il rischio di insuccesso che accompagna ogni sequel pesa come una spada di Damocle ma ciò che rende nervoso Stephen King, è invece il timore che il pubblico possa cadere facilmente nell’errore di confrontare il nuovo romanzo con il suo illustre prequel e soprattutto con la grandiosa trasposizione cinematografica fatta da Kubrick, rimanendone inevitabilmente delusa perché “Doctor Sleep” è un libro più maturo e adulto rispetto a “The Shining”, scritto in un periodo tormentato della vita dello scrittore, quando combatteva contro i demoni autodistruttivi dell’alcolismo. Gli stessi che affliggono Danny Torrance da adulto.
Di quel bambino scampato alla furia omicida di suo padre [che nel libro non muore di assideramento ma in seguito allo scoppio di una caldaia difettosa], in “Doctor Sleep” non resta che un uomo alla deriva che dopo anni passati a girare l’America in lungo e in largo, trova la pace in una tranquilla cittadina del New Hampshire dove, aiutato da un gruppo di Alcolisti Anonimi, tenta di rifarsi una vita lavorando in un ospizio per anziani. Qui, assistito da un gatto, Azzie, in grado di fiutare la morte, utilizza i suoi poteri psichici per dare conforto ai moribondi nel trapasso verso l’aldilà. Ma quando Danny incontra Abra Stone, una dodicenne che ha i suoi stessi poteri, si ritroverà a lottare di nuovo contro il male, personificato stavolta nei True Knot, una tribù di quasi immortali che si nutrono del vapore prodotto dai bambini che possiedono lo “shining” quando vengono torturati a morte.
Accolto positivamente dalla critica a stelle e strisce, “Doctor Sleep” è uscito nelle librerie americane il 24 settembre; in Italia dovrebbe arrivare non prima di gennaio 2014, probabilmente col titolo “Il Dottor Sonno”.