Oggi – 25 settembre – ricorre il decimo anniversario della morte di Franco Modigliani. Paul Samuelson ha scritto che, nel corso di tutta la sua vita, Franco Modigliani “never did really leave Italy”, sebbene egli sia stato una delle vittime più illustri del regime fascista e delle persecuzioni razziali, Modigliani, “a mind never at rest”, non ha mai fatto mancare al suo paese di origine l’apporto originale delle sue riflessioni teoriche e delle sue analisi dei principali problemi economici e sociali.
Il rapporto scientifico e intellettuale che Modigliani ebbe con l’Italia riguardò i molteplici aspetti della sua professione di economista, professore, consigliere economico, opinionista.
Fu importantissimo il lungo sodalizio con il Servizio Studi della Banca d’Italia. Avviatasi nei primi anni sessanta, questa collaborazione raggiunse i suoi momenti di maggiore intensità nel corso del decennio, portando all’elaborazione del primo modello econometrico dell’economia italiana. Ultimato e reso pubblico nel 1970, il modello ha contribuito al processo di modernizzazione della politica monetaria e al rafforzamento del prestigio della banca centrale, anche a livello internazionale. Lo stesso Carlo Azeglio Ciampi osservò come “la costruzione del modello econometrico fu un momento importante, non tanto perché la Banca si dotò di un nuovo strumento di ricerca, ma perché esso influenzò il metodo di lavoro, l’impostazione della ricerca; concorse a cambiamenti fondamentali nel modo d’essere e di operare del Servizio Studi”.
A partire dagli anni sessanta Franco Modigliani diede inizio ad un’intensa attività di consulenza e collaborazione editoriale con organi di stampa, centri di ricerca, uffici studi di imprese, istituti bancari, associazioni sindacali o di categoria. L’Italia – hanno scritto Tommaso e Fiorella Padoa-Schioppa – divenne “un terreno di rielaborazione e verifica della sua stessa concezione del ruolo dell’economista nella società moderna”. Responsabile per molti anni, insieme a Bruno Visentini e a Beniamino Andreatta, di una fortunata rubrica settimanale sul Corriere della Sera, “L’Osservatorio”, acquisì ben presto l’etichetta di “coscienza critica” del paese in campo economico.
La partecipazione continua al dibattito sui grandi problemi dell’economia italiana è stata caratterizzata dall’ampiezza degli orizzonti e delle soluzioni, dalla comprensibilità espositiva e la lungimiranza delle denunce.
Modigliani ha dedicato all’equilibrio di sottoccupazione la parte più importante della sua attività di ricerca lungo l’arco di tempo della sua vita scientifica. Agli studi sul risparmio, invece, deve la motivazione per l’attribuzione del premio Nobel per l’economia nel 1985. Primo e ultimo italiano a vincerlo.