Per far fronte a tutte le incombenze e prima di poter discutere della legge di stabilità l’esecutivo di Enrico Letta dovrà trovare sei miliardi. Due miliardi e quattrocento milioni per abolire anche la seconda rata dell’IMU, un miliardo per investire e rifinanziare la cassa integrazione e le missioni militari all’estero. Un miliardo e seicento per tornare nei parametri dopo lo sforamento del rapporto deficit/pil, evitando nuove sanzioni europee, e – infine – un miliardo per frenare l’aumento dell’IVA dal 21% al 22%.
L’esito di questa ricerca potrebbe arrivare dal Consiglio dei ministri di venerdì, quando Letta potrebbe dare subito il via a una mini finanziaria da tre miliardi di euro per differire l’aumento dell’Iva, previsto a ottobre. Per l’IMU, invece, bisognerà aspettare ancora. Roberto Petrini de La Repubblica parla di una «mossa dal sapore di un’amara beffa»: la seconda rata IMU verrà abolita, ma la Service Tax verrà anticipata al 2013 per compensare l’imposta attuale, assumendo a tutti gli effetti le caratteristiche della maschera che nasconderà una tassa sulla prima casa.
Per quanto riguarda la legge di stabilità 2014, il Governo deve presentarla entro il prossimo mese e – a sentire Letta – conterrà anche le tasse sul lavoro. Il provvedimento è fondamentale soprattutto alla luce di quanto contenuto nel rapporto sulla competitività europea che sottolinea il processo di deindustrializzazione Italia: venti punti persi dall’indice della produzione industriale dal 2007 a oggi. Unico paese dell’Eurozona a perdere posizioni, insieme alla Finlandia, e superato anche dalla Spagna. I motivi? L’aumento di salario lordo nominale e la scarsa crescita della competitività. Nonostante la crisi profonda, anche la Grecia ha fatto qualche passo avanti in termini di produttività.
Il rapporto – anticipato da AdnKronos – verrà presentato oggi a Bruxelles.