“Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro“, scriveva lo scrittore cileno Luis Sepulveda. Potrebbe essere questo il messaggio preposto a La Grande Guerra. La Rai per il centenario della Prima Guerra Mondiale. Il progetto, pensato per ricordare i cinque anni del primo grande conflitto mondiale, prenderà via il 28 giugno 2014, anniversario dell’attentato di Sarajevo, fino all’11 novembre 2018, centenario dell’Armistice Day e della fine del conflitto.
Quei 1599 giorni, che immobilizzarono l’intera Europa imprimendo pagine indelebili nella Storia e cambiando per sempre il corso delle vite della popolazione, vengono raccontati cento anni dopo sui canali Rai dedicati e un portale, Grandeguerra.Rai.it già attivo, tramite immagini in alta definizione, filmati e contenuti storici in 3D, per un coinvolgimento tout court dello spettatore.
Un disegno di ampio respiro europeo, prodotto da Rai Educational con la partecipazione di alcune delle televisioni europee più importanti, per il quale è stato siglato un protocollo d’intesa tra la Rai e la struttura di missione della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Giovanni Legnini, sottosegretario per l’Editoria, non ha dubbi: “La Guerra ha segnato un passaggio cruciale e ha un profondo significato identitario”. E sulla stessa linea anche il ministro della Difesa Mario Mauro: “In quei terribili giorni, gli italiani diventano davvero italiani, sono messi davanti al loro destino“. “E il senso della Prima Guerra Mondiale, che lanciamo tramite la Rai – continua il ministro –, è che ciò che ci unisce è più forte di ciò che ci divide“.
Il progetto sarà presentato al pubblico con il filmato La Grande Guerra, trasmesso prossimamente in 2D sul canale Rai Storia e in 3D sul Canale 501 RaiHD e sul canale 201 di TvSat: lo spettatore verrà guidato nei luoghi su cui si è consumato conflitto, attraverso un ricco repertorio proveniente dagli archivi Rai, i filmati originali dei campi di battaglia, insieme alle riprese in 3D effettuate nelle valli d’alta montagna, lungo gli argini dei fiumi, lungo le trincee e nei forti. “Gli inserti originali sono stati trattati elettronicamente, restaurati e convertiti in 3D dalla Direzione Strategie Tecnologiche con il Centro Ricerche Rai che ha anche fornito le competenze tecniche per le nuove riprese in 3D” spiega il direttore di Rai Educational, Silvia Calandrelli.
A completare l’effetto di realtà, le sonorità trasmesse dall’audio multicanale digitale 5.1 per provare arievocare in chi guarda le sensazioni di chi era presente, perché “la Grande Guerra ha cambiato il corso della storia, quindi è importante far vedere la guerra dei Paesi, ma anche quella delle persone umili. Noi cercheremo di raccontare quanto è successo tra il 1914 e il 1918”, ha detto il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, convinto che “rievocare certi passaggi serve a far capire come sia stata un’ inutile strage, una guerra che nessuno voleva e che poi è comunque scoppiata. Per la Rai si tratta di un grande sforzo, in cui anche l’aspetto tecnologico è rilevante”.
Sono già state siglate alcune importanti collaborazioni – con la Fondazione museo storico del Trentino, con l’Istituto per la storia del Risorgimento italiano, con l’Archivio centrale dello Stato, alle quali ne seguiranno molte altre – che hanno permesso la realizzazione del primo documentario: “Costruendo il fronte di guerra”. Sono inoltre in procinto di essere avviate le lavorazioni del documentario dedicato a Cesare Battisti, eroe e martire per il popolo italiano ma accusato di alto tradimento e ucciso dagli austriaci. Spazio anche al ricordo de La battaglia delle Alpi e della Legione d’Irredenti, italiani del Trentino e del Friuli richiamati alle armi dalla monarchia asburgica e inviati in Galizia, contro i Russi, nel luglio del 1914.
Documentari storici, geografici e di approfondimento, ma soprattutto storie. Storie di personaggi tristemente conosciuti al pubblico ma anche di gente comune, protagonisti dimenticati dai libri di storia ma non per questo meno grandi nell’avere combattuto la propria guerra, raccontate attraverso preziose testimonianze lasciate nei diari dal fronte e nelle canzoni nate e cantate in quel periodo. “Sono 4 miliardi le missive vistate dall’ufficio censura dell’Esercito italiano; quattro miliardi di lettere: saluti, suppliche, rimproveri, addii, baci, lacrime, raccomandazioni, sentimenti che i soldati italiani scambiarono con le loro famiglie e che ora sono documento eccezionale e unico del fronte che dal confine con la Svizzera arrivava al mare Adriatico, a 30 km da Trieste”, ha spiegato Calandrelli. Particolarmente compiaciuto del servizio offerto, il ministro Mauro ha apprezzato “non solo la decisione di costruire un grande racconto ma anche il modo in cui ha scelto di farlo, mettendo insieme la storia dei grandi con la storia degli umili”.
Un lavoro delicato oltre che ambizioso in cui la voce narrante sarà quella di Carlo Lucarelli, scrittore e autore televisivo, appassionato conoscitore di questo periodo storico che ripercorrerà, giorno per giorno, l’insanabile catastrofe che ha compromesso l’evoluzione del nostro Paese. Nel mese di novembre, inoltre, la Rai riproporrà in versione restaurata e in HD La Grande Guerra, di Hombert Bianchi, serie tv prodotta nel 1965 che racconta il dramma e le speranze di quei giorni.
“Le celebrazioni non affogheranno nella retorica” hanno assicurato alla presentazione del progetto, il 17 settembre scorso. Solo così ricordare può divenire uno strumento culturale e un dovere morale di salvezza, per preservare intatta la propria identità e spiegare l’evoluzione di oggi guardando all’Italia di ieri.