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Categorie: Cultura

‘Il Paradiso degli orchi’ di Pennac diventa un film

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Federica De Mita

“Il vero piacere del romanzo è tutto nella scoperta di questa intimità paradossale: l’autore e io… La solitudine della scrittura che invoca la resurrezione del testo attraverso la mia voce muta e solitaria” scriveva Daniel Pennac nel suo Come un romanzo. Ma come cambia tale intimità tra autore e lettore quando, come spesso accade, interviene la settima arte e trasforma la voce muta di un romanzo in un film?

Potranno scoprirlo a breve anche i fan dello scrittore sopra citato. Il 17 ottobre infatti uscirà nelle sale italiane Il paradiso degli orchi, (Au Bonheur des ogres), trasposizione cinematografica del primo capitolo della fortunata saga del “Ciclo Malaussène” di Pennac. Il film sarà diretto dal giovane Nicolas Bary, classe 1980, al secondo lungometraggio dopo Les Enfants de Timpelbach.

La storia, per chi non la conoscesse, è quella di una strampalata famiglia di Belleville, i Malaussène: tanti figli, diversi padri completamente assenti, un’unica madre costantemente incinta e in fuga, un cane epilettico ed un solo capofamiglia, Benjamin Malaussène (Raphaël Personnaz), il maggiore dei fratelli, il protagonista. Ben racconta storie alla sua tribù e manda avanti la baracca lavorando ai grandi magazzini, ma non è un semplice commesso, egli è il “capro espiatorio”: il suo compito consiste nell’addossarsi le colpe altrui davanti a clienti insoddisfatti, la sua postazione è principalmente l’ufficio reclami dove lo vediamo passare dai panni di un addetto al reparto giardinaggio a quelli del responsabile del reparto piastre per capelli. Per dirla con Pennac “il Capro Espiatorio non è solo quello che, all’occorrenza paga per gli altri. È soprattutto, e anzitutto, un principio esplicativo”.

A sconvolgere il già scombussolato tran tran familiare ci penserà una bomba che all’improvviso scoppia nei grandi magazzini provocando la morte di un uomo, a questo punto seguiranno eventi insoliti e misteriosi che vedranno coinvolto, suo malgrado, il povero capro espiatorio che, diventato il sospettato numero uno, inizierà ad indagare aiutato dai fratelli e dagli amici, sullo sfondo di una Parigi multietnica e colorata.

Tra gli attori, oltre a Raphaël Personnaz, vedremo Bérénice Bejo, protagonista femminile di The Artist, nel ruolo di Julie Corrençon – “Zia Julia” – la giornalista che farà perdere la testa a Benjamin, ed Emir Kusturica che interpreta Stojil, un ex militare jugoslavo dall’animo di poeta che lavora ai grandi magazzini.

C’erano già stati altri tentativi di far uscire la famiglia Malaussène dalla pagina scritta. Risale al 1988 il film per la tv La Fée Carabine con Fabrice Luchini e Anna Galiena, tratto dal secondo capitolo della saga, passato quasi inosservato nel resto del mondo. Il desiderio di portare la famiglia di Belleville al cinema era stato espresso, ma mai realizzato, anche dal nostro Claudio Bisio, che ha poi riadattato i libri dello scrittore francese per il teatro. Le difficoltà di adattare per il cinema un’opera di successo come quella di Pennac sono notevoli e questo spiega il ritardo della realizzazione del film, quasi trent’anni dopo rispetto alla pubblicazione del libro.

Sembra però che Pennac, che ha approvato la sceneggiatura, sia contento del risultato: “Non avrei mai pensato che si potessero adattare cinematograficamente i Malaussène e di conseguenza non ho mai riflettuto molto a riguardo – afferma lo scrittore-. Le sceneggiature che ho ricevuto durante questi ultimi vent’anni mi sono parse piattamente fedeli al mio romanzo, fino al giorno in cui Nicolas Bary, all’uscita di un teatro, dove stavo leggendo il Bartleby di Melville, mi ha aggredito esclamando che avrebbe voluto portare sul grande schermo Il paradiso degli orchi. Mi assalì con una determinazione così contagiosa che gli ho detto immediatamente di si. Mi è bastata una breve conversazione per comprendere che questo giovane ragazzo – aveva venticinque anni all’epoca – era pieno d’immagini. I due cortometraggi che mi ha mostrato hanno confermato questa mia prima impressione”.

L’immagine – continua Pennac – è il mezzo di espressione naturale di Nicolas Bary. E’ il suo modo di scrivere ed è al servizio di un universo che é tutto suo. Esattamente il tipo di scrittura a cui potevo affidare i miei Malaussène. Di fatto, devo riconoscere che il mio Malaussène è diventato il suo e il suo Malaussène mi piace”. La sentenza più temuta è però quella dei lettori di Pennac, che già storcono il naso per la mancanza del personaggio di Clara, l’amata sorella di Benjamin, nel trailer. Per giudicare se il Malaussène di Nicolas Bary sarà all’altezza di quello di Pennac non ci resta che aspettare il 17 ottobre.

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Federica De Mita